Melania, Paciolla dona il dna: Nessuna foto, Parolisi mente

La volontà è stata quella di contribuire a fare luce su un fatto che potrebbe portare a ipotizzare un suo coinvolgimento in una vicenda orrenda, in cui lui non ha avuto nessun ruolo, se non quello di essere uno dei migliori amici dell’uomo a cui avevano ucciso a coltellate la moglie. Raffaele Paciolla, guardia carceraria e amico di Salvatore Parolisi, ha donato volontariamente agli inquirenti il proprio dna, oltre ai cellulari di sua proprietà.
L’attenzione degli inquirenti che indagano sull’assassinio di Melania Rea, la ventinovenne residente a Folignano (Ap), ma di origini campane, scomparsa il 18 aprile scorso e ritrovata cadavere due giorni dopo, si sono negli ultimi giorni imbattuti in una delle tante contraddizioni che caratterizzano questo giallo: il marito di Melania, che rimane la persona su cui gravitano i maggiori sospetti, ha raccontato agli investigatori di essere venuto a conoscenza della posizione in cui il corpo della moglie si trovava – si ricordi che Parolisi non volle andare di persona a riconoscere la vittima – tramite una fotografia mostratagli da Paciolla. Scatto che la guardia carceraria avrebbe fatto con il proprio cellulare.
Ma questa circostanza è stata fin da subito negata dall’uomo, che ha deciso così di dare il proprio contributo per scoprire come stanno in realtà le cose, ovvero che, a detta sua, il marito di Melania avrebbe mentito.

Parla l’avvocato – A rendere nota la scelta di Paciolla è stato il suo avvocato Tommaso Pietropaolo che all’Adnkronos ha dichiarato: “Raffaele Paciolla ha consegnato spontaneamente il suo dna per sgomberare il campo da eventuali possibili dubbi, semmai ve ne fossero e per dare la sua massima collaborazione alle indagini”.
Il legale ha poi proseguito: “Raffaele ha solo accompagnato il fratello di Melania sul luogo del ritrovamento per il riconoscimento, visto che Parolisi non c’è andato ma l’ipotesi che lui avrebbe scattato una foto è assurda oltre che di pratica impossibilità: lui era a una distanza considerevole e per di più era anche buio“.

S. O.