Prete pedofilo, chierichetto: Don Seppia mi palpeggiò

Sarebbero stati ascoltati oggi, secondo alcune indiscrezioni, alcuni tra i ragazzi divenuti vittime delle attenzioni morbose di don Riccardo Seppia, il prete di Sestri Ponente (Ge) finito in carcere con l’accusa di abusi sessuali su minori e di cessione di sostanze stupefacenti, nella fattispecie cocaina.
Le testimonianze dei giovani sono ritenute utili nell’intento di confermare quanto emerso da numerose intercettazioni operate dai Nas, che negli scorsi mesi erano intenti a indagare su un giro di droga che interessava diverse saune e palestre di Milano, in cui il prete compariva come interessato all’acquisto degli stupefacenti per poi utilizzarli come esca per attirare a sé le attenzioni degli adolescenti.

Solo palpeggiamenti – Nonostante le voci non siano ancora state confermate dagli inquirenti che, come d’altronde ampiamente condivisibile, vogliono avanzare a piccoli passi, in un’inchiesta che coinvolge diversi giovani ancora minorenni, sembrerebbe che il chierichetto sedicenne ritenuto la principale vittima di don Seppia, abbia fatto delle ammissioni parziali sugli abusi subiti. Il ragazzo, infatti, avrebbe negato di essere stato baciato in bocca dal parroco ma avrebbe confermato di essere stato palpato nelle parti intime. Sarebbe quindi da intendersi come un’esagerazione, forse per potersi vantare dei propri inquietanti ‘successi’, il messaggio che il prete mandò all’ex seminarista quarantenne per informarlo che “è fatta, l’ho baciato in bocca, con la lingua“.
Altre testimonianze, comunque, avrebbero dato credibilità alle intercettazioni: gli adolescenti ascoltati avrebbero sostanzialmente detto che nella residenza di don Seppia era possibile procurarsi la cocaina, coscienti di ciò che il prete avrebbe preteso in cambio. Non si sa ancora se siano concretizzati dei veri e propri rapporti sessuali, ma quanto trapelato contribuisce comunque a rendere difficile la linea difensiva da parte dei legali di don Seppia.
Avvocati che ancora non si sono pronunciati, perché intenzionati a leggere con attenzione tutti i documenti che hanno portato alla decisione di arrestare il parroco poiché avrebbe potuto reiterare il reato.

Simone Olivelli