Berlusconi: Non bisogna lasciare Napoli ai pm e Milano ai centri sociali

Milano – Berlusconi torna a parlare dopo gli esiti negativi del voto che ha quasi consegnato il comune di Milano a Pisapia e probabilmente consegnerà quello di Napoli al candidato Idv De Magistris. “Non bisogna lasciare Milano ai centri sociali e Napoli ai pm”, ha detto.

Berlusconi riapre la campagna elettorale – In vista del ballottaggio di Milano Berlusconi non si da per vinto. Certo, il divario è ampio e raggiunge quasi sette punti percentuali, Berlusconi non fa più il pienone nemmeno come capolista, ma il Pdl non vuole arrendersi, Berlusconi non vuole arrendersi.
La minaccia di Bossi di una crisi di governo in caso di perdita a Milano è forte e fa paura all’intera maggioranza.
Alla riunione che dei vertici del partito pare abbia spiegato come l’unico modo per vincere sia quello di “far venir fuori il vero volto di Giuliano Pisapia”, cioè quello dei centri sociali e della sinistra estrema.
Una strategia che fin ad ora non ha prodotto risultati e ha portato Letizia Moratti a scontrarsi con lo sfidante durante il faccia a faccia, attirandosi critiche bipartisan e una querela.

Moratti si smarca – La Moratti fa il mea culpa, una campagna elettorale semplice si è trasformata in una Caporetto per il centrodestra. Una campagna elettorale che doveva ricordare ai cittadini quanto è stato fatto e quanto si farà per la città, è invece stata condotta con attacchi ai giudici, alla Procura di Milano e paragoni tra i pm e le Brigate rosse. Nulla di più inutile per i milanesi che hanno ascoltato con maggiore interesse i problemi e le soluzioni di Pisapia.
Adesso quindi il sindaco ha deciso di fare da sé, rivendicando il ruolo di “regista della campagna”. Da basare solo su temi cittadini e non nazionali.

Napoli – Stessa sorte per la campagna elettorale di Napoli, “De Magistris è un pm che ha fatto solo del male”, sembra essere la parola d’ordine per la corsa al Comune partenopeo. Ma il ballottaggio lì è più difficile visto che l’ex pm può contare sui voti di Morcone e forse anche su quelli di Pasquino.

Matteo Oliviero