Berlusconi riunisce i suoi: A Milano la partita è ancora aperta

Deluso ma non rassegnato. E’ questo il ritratto che del premier hanno consegnato alcuni pidiellini che ieri sera hanno partecipato al vertice organizzato a palazzo Grazioli. Un incontro che Silvio Berlusconi ha convocato per fare il punto della situazione, dopo i verdetti elettorali che in alcune zone del Paese hanno evidenziato significative criticità. Prime tra tutte Milano: qui il premier ha ammesso di aver incassato un risultato deludente, ma ha ricordato che la partita non è ancora persa e che vincere ai piedi della Madonnina si può. Anzi si deve. Per farlo – ha spiegato il Cavaliere – bisognerà convincere tutti i milanesi moderati a tornare a votare per evitare che la città possa passare nelle mani della sinistra radicale.

Una partita da giocare – Due ore di faccia a faccia per analizzare nel dettaglio i risultati dell’ultima tornata elettorale e pianificare una strategia capace di recuperare il terreno perso nella città di Milano. Nel corso del vertice convocato ieri da Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli, i “quadri” del Pdl si sono stretti in “solidal catena” fornendo il loro contributo all’allestimento del piano b. “La partita a Milano è aperta: bisogna giocarsela fino all’ultimo”, avrebbe scandito il premier ai suoi, spiegando che per recuperare lo svantaggio imposto da Giuliano Pisapia occorrerà puntare sull’elettorato moderato. “Bisogna convincere i cittadini milanesi a tornare a votare”, ha continuato il premier, perché è solo con la mobilitazione delle fasce moderate che si potrà scongiurare il rischio che un personaggio come Pisapia – esponente, a suo dire, della sinistra più intransigente – possa sedersi sulla poltrona più comoda di Palazzo Marino.

Un premier defilato – Quanto all’opportunità di partecipare attivamente anche alla fase 2 della campagna elettorale milanese, il Cavaliere avrebbe espresso qualche perplessità. L’intenzione è quella di analizzare nel dettaglio i sondaggi e le carte per comprendere se l’impronta “personalistica” conferita alla prima parte della campagna elettorale (Berlusconi aveva esplicitamente chiesto agli elettori di scegliere tra lui e i giudici) abbia effettivamente contribuito a togliere consensi alla già impopolare Moratti. Soltanto se questo dubbio verrà fugato, il premier potrebbe decidere di ritornare a Milano per fornire il suo sostegno alla candidata in affanno. “Ci metterò nuovamente la faccia – avrebbe sintetizzato il capo del governo – solo se sarà necessario”.

Governo solido – Ma nel corso del vertice di ieri sera non si è parlato solo di Milano. Il presidente del Consiglio ha, infatti, voluto rassicurare i suoi anche sulla tenuta del governo sottolineando come le “sberle” incassate dalle urne non abbiano compromesso la solidità dell’asse con gli alleati. “Bisogna andare avanti con le riforme – avrebbe detto Berlusconi ai pidiellini presenti – e anche se l’esito dei ballottaggi dovesse essere negativo, non deve né potrà cambiare i piani dell’esecutivo”.

Maria Saporito