Prevenire l’infarto camminando. Camminare velocemente per prevenire l’infarto. E’ il consiglio che arriva da un nuovo studio italiano, presentato nei giorni scorsi a Firenze al congresso dell’ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) dal quale è risultato che una corretta e quotidiana attività fisica, permette di ridurre in maniera drastica l’Infarto e i conseguenti decessi per arresto cardiaco. Dalle ricerche, emergerebbe che accelerare il passo per andare al lavoro o per non ritardare ad un incontro importante, permetterebbe al cuore di riequilibrare la sua corretta funzionalità, aiutandolo ad evitare gli scompensi che possono far insorgere un blocco cardiaco. Addirittura, lo smaltimento dei grassi aiutato dalla corsetta può avere effetti antipertensivi e antidepressivi.
Lo studio italiano. La ricerca si chiama ICAROS (Italian survey on CArdiac Rehabilitation and Secondary prevention after cardiac revascularization), e offre indicazioni da parte di cardiologi riabilitativi a individui colpiti da infarto che stiano affrontando un percorso di riabilitazione. L’esperimento è stato condotto su 1440 pazienti e ha dimostrato che la pratica di attività fisica dopo l’infarto può ridurre del 25% la probabillità di un secondo attacco cardiaco. La camminata veloce dovrebbe essere di intensità media, come per esempio il passo che si adotta quando si è in ritardo ad un appuntamento: un passo accelerato fino a percepire l’affaticamento. Così facendo la frequenza cardiaca tende a diminuire e rende il cuore più resistente e forte. Marino Scherrillo, il presidente dell’associazione ANMCO, spiega come 30 minuti di camminata rapida, 4-5 volte alla settimana, sarebbero efficaci. E se nel corso della riabilitazione il paziente segue una dieta equilibrata, cure adeguate, astensione dal fumo e attività fisica, i benefici dati dalla combinazione dei fattori risultano quadruplicati.
Italiani negliegenti dopo un infarto. L’infarto, una delle patologie invalidanti che colpisce il sistema cardiovascolare, si verifica quando un tessuto, in questo caso il cuore, non viene irrorato da sangue e nutrienti. Il normale funzionamento dell’organo, quindi, viene interrotto e il tessuto privo di ossigeno e particelle nutritive diventa necrotico (morto). Recuperare le funzionalità cardiache dopo un infarto è un’impresa difficile ma non impossibile. Purtroppo i dati raccolti dall’ANMCO per lo studio BLITZ4 dimostrano la negligenza dei pazienti in riabilitazione che apportano solo alcune modifiche al proprio stile di vita, non in modo drastico come dovrebbero. Se il 75% dei pazienti smette di fumare, solo il 35% si impegna a camminare almeno 3 volte a settimana. E moltissimi non ristrutturano la propria dieta. Così dopo sei mesi dall’infarto solo un terzo dei pazienti ha la pressione arteriosa e il colesterolo nella norma. Di conseguenza, il 70% degli infartati viene ricoverato nuovamente entro un anno dal primo caso.
Adriana Ruggeri