Su don Riccardo Seppia, l’ex prete di Sestri Ponente (Ge) oggi nel carcere di Marassi perché accusato di violenza sessuale su minori e cessione di sostanze stupefacenti, potrebbe aleggiare anche l’ombra del satanismo.
E’ questo il dubbio che in queste ore sembra passare nella mente degli inquirenti che si sono trovati davanti a un caso venuto fuori quasi dal nulla: l’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex parroco iniziò un anno fa, ma aveva come obiettivo quello di indagare su un traffico di anabolizzanti nelle palestre e nelle saune di Milano. I Nas però si trovarono tra le mani le intercettazioni di un uomo che aveva tutta l’aria di essere un prete e infatti lo era: don Riccardo Seppia, andava sino a Milano per rifornirsi di droga che poi avrebbe usato come esca per attirare a sé minorenni con disagi, tra cui appunto la dipendenza dagli stupefacenti, per convincerli a cedere alle sue avances.
Sms e bestemmie – Gli interrogatori, a cui sono stati sottoposti alcuni dei ragazzi che per molto tempo sono state vittime della libidine di don Seppia, sembrerebbe che abbiano confermato come gli incontri avvenissero anche in canonica. E se da una parte qualcuno, il riferimento è al chierichetto circa cui l’ex prete si vantò per averlo baciato in bocca, ha fatto soltanto parziali ammissioni sugli abusi subiti, le conferme giunte agli investigatori sono tali da rendere praticamente certo il torbidità delle relazioni intrattenute da don Seppia con i minorenni.
Ma ad attirare le attenzioni dei magistrati, adesso, sono anche i messaggi in cui l’ex parroco, forse in preda alla sovreccitazione dovuta alla cocaina, si rivelava un bestemmiatore incallito: i continui riferimenti oltraggiosi all’Eucarestia e le invocazioni del Diavolo, hanno portato gli inquirenti a sospettare che don Riccardo, quello di cui “ci si poteva fidare perché era un prete“, abbia avuto legami anche con il satanismo.
S. O.