Elezioni: A Bologna è scontro nel centrodestra. La Lega accusa il Pdl

Bologna – Nel capoluogo emiliano si è consumata una vittoria del centrosinistra con Merola, anche se evita il ballottaggio per un soffio. Qui la Lega scarica le responsabilità della sconfitta sul Pdl.

Lo scontro tra Lega e Pdl – Merola supera la soglia del 50% ed evita il ballottaggio. Il centrodestra, che voleva provare a fermare il candidato di centrosinistra sotto la soglia di 50%, ha fallito, e ora inizia lo scarico delle responsabilità.
Il candidato del centrodestra, voluto fortemente dalla Lega, Manes Bernardini, accusa Filippo Berselli, coordinatore regionale dei berlusconiani: “Per colpa di Berselli abbiamo perso tempo per la nostra campagna elettorale. Con anche 10 giorni in più avremmo potuto recuperare voti preziosi”, dice Bernardini.
Il mio nome ha ottenuto quasi 4 punti in più rispetto alla coalizione. Quindi la scelta è stata giusta– Berselli avrebbe dovuto svegliarsi prima, per darci più tempo di fare campagna elettorale porta a porta. Purtroppo l’infinito balletto di nomi ci ha fatto perdere tempo e voti che, forse, avrebbero potuto fare la differenza”, continua.
Poi l’accusa all’interno Pdl: “il Pdl a rottamare i vecchi dirigenti: È ora che il Pdl si rinnovi, che investa nei giovani che in questi giorni hanno dimostrato di saper lavorare bene. Le alchimie, i giochini, i paragoni tra politica e partite a briscola hanno fatto il loro tempo”.
Poi si rivolge a chi ha accusato la Lega di non aver partecipato in maniera decisa alla campagna elettorale: “Chi dice una cosa del genere è bugiardo e in malafede. Io ho sempre messo il simbolo del Pdl accanto a quello del Carroccio sui manifesti, sui volantini, nei programmi distribuiti nelle case dei bolognesi. E l’ho fatto senza ricevere un euro dagli alleati, noi non abbiamo chiesto soldi e loro non ce li hanno dati”.

Il gelo tra Pdl e Lega – Se questo è ciò che è accaduto a Bologna, è possibile immaginare cosa accadrà se Milano e Napoli dovessero passare al centrosinistra.
Su RadioPadania si pensa già al dopo Berlusconi, magari un governo tecnico guidato da Tremonti o direttamente l’elezioni. Tempi duri questi, in cui Berlusconi, sicuro di vincere, voleva dedicarsi completamente alla giustizia e ora rischia di tornare al voto, senza alcuno scudo giudiziario.

Matteo Oliviero