Genova: rivolta in carcere contro il prete pedofilo. “Infame”, “Bastardo”, “Vergogna”, “Pedofilo”. Sono solo alcuni degli insulti che echeggiano nei corridoi e nei saloni del carcere di Marassi dove è rinchiuso, in cella di isolamento, don Riccardo Seppia, il parroco della chiesa dello Spirito Santo del quartiere genovese di Sestri Ponente accusato di violenza sessuale su minore e cessione di stupefacenti. Gli ultimi sviluppi dell’inchiesta fanno emergere l’immagine di un uomo spregiudicato, pronto a cedere sostanze stupefacenti a ragazzini in cambio di prestazioni sessuali e rapporti orali. Irripetibili, a detta degli inquirenti, i commenti che il parroco faceva via sms sulle sue vittime e sui rapporti intrattenuti con loro, messaggi da cui si deduce anche la preferenza per ragazzi giovanissimi e, magari, con seri problemi di famiglia alle spalle.
Guai a toccare i bambini. I detenuti del carcere genovese non hanno evidentemente accolto con gioia la notizia della presenza tra di loro di un prete pedofilo e, rispettando il ‘codice d’onore dei carcerati‘, che impone rispetto per tutti tranne per chi violenta donne e bambini, hanno incessantemente rivolto improperi e minacce al sacerdote il quale, secondo quanto appreso dalla polizia penitenziaria, dimostrerbbe di essere molto tranquillo. L’avvocato difensore Paolo Bonanni ha intanto annunciato che prima di lunedì prossimo non depositerà né il ricorso al riesame né la richiesta di conferire con il pm Stefano Puppo, titolare dell’indagine a Genova.
R. E.