Oggi le ricerche che da tempo vanno avanti all’interno dell’ex-Convento di Sant’Orsola hanno dato i propri frutti: è stato rinvenuto un teschio. Sono molti i luoghi comuni che circolano intorno a noi italiani; ad esempio ci piace la pizza (meglio se gustata ascoltando un mandolino di sottofondo), gesticoliamo molto più dei nostri cugini d’oltralpe e siamo da sempre arrabbiatissimi per il fatto che la splendida “Gioconda” di Leonardo Da Vinci sia una delle attrazioni principali del Louvre piuttosto che essere l’ospite d’onore di un museo nostrano. Ci da così fastidio l’idea del fatto che la “Gioconda” dimori da secoli in Francia che, ultimamente, stiamo facendo di tutto per ritrovare i resti mortali della Monna Lisa, quella vera. Suona un po’ come “Voi avrete pure il ritratto, ma noi abbiamo la modella”.
Presso l’ex-Convento di Sant’Orsola, a Firenze, sono settimane che i ricercatori del Comitato nazionale per la valorizzazione dei Beni Culturali, Storici e Ambientali trascorrono le proprie giornate nell’estenuante ricerca delle spoglie mortali di Lisa Gherardini Del Giocondo, più nota come la Monna Lisa. Oggi, un metro e mezzo sotto il pavimento, è stato rinvenuto un teschio, contenuto all’interno di una sorta d’ossario. Che si tratti proprio del cranio che appartenne alla donna dal sorriso più enigmatico della storia dell’arte? Finché il test del DNA non ci darà la certezza di aver ritrovato almeno una parte dei resti morali della Monna Lisa, questa non sarà altro che una supposizione.
Assieme al teschio sono state rinvenute altre ossa umane, presumibilmente vertebre. Ad onor del vero, bisogna dire che non vi è la certezza assoluta del fatto che la donna castana ritratta da Leonardo Da Vinci fosse proprio Lisa Gherardini Del Giocondo: le teorie di Clara Glori non identificherebbero, infatti, la Gioconda con la donna della quale sono stati presumibilmente rinvenuti i resti, bensì con Bianca Giovanna Sforza. A prescindere da chi sia la Monna Lisa, oggi le ricerche presso l’ ex-Convento di Sant’Orsola hanno dato i propri frutti e saranno in molti a festeggiare il rinvenimento del prezioso teschio.
Martina Cesaretti