“Quale crescita lenta? L’importante è che rispetteremo gli impegni internazionali”. Da Tremonti, arriva la smentita alla crisi ed alla diffusione della notizia riguardo la presunta crescita troppo lenta dell’economia italiana. La polemica del momento, come è noto, è stata suscitata dal fatto che l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha diminuito la previsione di tendenza – in gergo outlook – dell’Italia: da stabile a negativa. Ma Tremonti frena sulle preoccupazioni. E’ stata infatti oggi redatta una nota del ministero dell’Economia che precisa, riguardo alle preoccupazioni del momento: “‘Rispetteremo gli impegni”. Anche il leader della Lega Nord Umberto Bossi ha voluto dire la sua in merito alla crisi ed alla necessità delle riforme finanziarie, altro punto critico dell’economia italiana, nel mirino in queste ore: ”Riforme? Le abbiamo fatte”, afferma il capo del Carroccio. Bersani si limita ad un laconico: ”Serve una nuova politica economica”, dando dunque peso al parere per cui oggi come oggi non tutto è stato fatto. Angeletti sminuisce: ”Non è la prima volta che S&P prende un abbaglio”, e Bonanni taglia corto freddamente: ”Tanto S&P è già screditata, si pensi alla crescita”.
Standard & Poor’s ha sottolineato invece una ”crescita economica potenzialmente piu’ debole del previsto e un possibile stallo politico, fattori che potrebbero contribuire ad uno slittamento del piano di riduzione del debito pubblico”. ”Le ridotte prospettive di crescita derivano da una mancanza di impegno politico nella deregolamentazione del mercato del lavoro e nell’introduzione di riforme per aumentare la produttività”, si legge ancora nell’impietosa nota. Inoltre S&P parla anche di ”misure volte a ridurre i colli di bottiglia e le rigidità dell’economia italiana”, che sarebbero “particolarmente importanti alla luce della limitata flessibilità monetaria dell’Italia, derivante dalla sua appartenenza all‘Unione Monetaria Europea, e della limitata flessibilità fiscale a causa dell’elevato livello di indebitamento”.
I dati concreti: l’agenzia di rating ha confermato l’assegnazione di A+ al debito a lungo termine e A/1+ a quello a breve termine.
Sempre secondo S&P, nel 2011 l’indebitamento netto governativo raggiungerà il 116% del Pil con la probabilità di oltre il 33% di non riuscire a scendere sotto il 113% nemmeno per il 2014.
Staremo a vedere se le ulteriori analisi delle prossime ore da diverse fonti confermeranno i supposti “allarmismi” di S&P, per dirla con il ministero del Tesoro, o se la prospettiva concreta di una crescita più sicura potrebbe farsi strada per la situazione finanziaria italiana.
S. K.