Fmi, anche la Gran Bretagna appoggia Christine Lagarde

Per la successione di Dominique Strauss-Kahn alla guida del Fondo monetario internazionale anche la Gran Bretagna, dopo gli Usa e gran parte dei Paesi Ue, esprime il suo appoggio al ministro delle Finanze francese Christine Lagarde. Il cancelliere Osborne ha dichiarato che il ministro francese è il miglior candidato per meriti, aggiungendo che “sarebbe un’ottima cosa vedere per la prima volta una donna alla guida del Fmi”.
A sorpresa, però, è arrivata l’autocandidatura del ministro delle Finanze belga Didier Reynders, che si è detto interessato a ricoprire questa importante carica, anche se ha riconosciuto che Lagarde è la candidata favorita dell’Unione Europea.
Non sembrano, per ora, scalfire il giudizio dei leader mondiali sulla candidatura del ministro francese alcune presunte irregolarità paventate dalla Corte dei conti francese nella gestione del caso Tapie.

I consensi. L’appoggio britannico arriva pochi giorni dopo i giudizi di consenso espressi a favore della Lagarde da altri grandi Paesi. Sulla candidatura del ministro dell’Economia francese, su cui si sono già espressi positivamente sia gli Stati Uniti che gran parte dei Paesi Ue, c’è stato già il giudizio positivo del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che reputa la Lagarde “perfettamente adeguata” a ricoprire il ruolo lasciato scoperto da Dominique Strauss-Khan. “È rispettata e apprezzata in tutto il mondo della finanza. Se deciderà di candidarsi, – ha detto Schaeuble – l’Europa avrà le migliori possibilità di occupare nuovamente questa carica”.
La cancelliera Angela Merkel, però, ha cercato di limitare la portata delle parole del suo ministro, ribadendo sì che la Lagarde “è una persona eccellente ed esperta”, ma puntualizzando che le sue dichiarazioni non si traducono automaticamente nella “conferma di una candidatura”.
Anche il ministro dell’Economia Giulio Tremonti giovedì scorso si era espresso con favore nei confronti della collega francese. “In ragione tanto del valore delle quote europee nel Fondo Monetario Internazionale, quanto della capacità e dell’esperienza dimostrata in questi anni da Christine Lagarde, mi pare che una candidatura di Christine avrebbe tutte le ragioni per essere sostenuta da tutti”.

Scheletri nell’armadio? Lagarde deve però affrontare una vecchia storia riproposta venerdì dal sito Mediapart, noto nel recente passato per clamorosi scoop come quello dello scandalo Bettencourt.
Il sito ha pubblicato un rapporto segreto che coinvolge il ministro francese per numerose irregolarità che i magistrati della finanza transalpina hanno scoperto nella vicenda del risarcimento del miliardario Bernard Tapie.
Il focus è sulla scelta fatta nel 2007 dal ministro dell’Economia francese di consentire il ricorso alla corte di arbitraggio, piuttosto che ricorrere alla giustizia tradizionale, nella causa che vedeva opposti da 12 anni Tapie e la banca Credit Lyonnais nell’ambito della vendita di Adidas.
Per Mediapart la vicenda è un vero e proprio “scandalo di Stato”, riferendosi all’assegnazione, avvenuta il 7 luglio 2008, da parte della corte di arbitraggio, di una somma pari a 403 milioni di euro a Tapie, 230 dei quali sono finiti diritti al noto imprenditore transalpino. Tutto ciò, secondo il rapporto, grazie a una serie di protezioni di cui ha goduto Tapie e di violazioni delle leggi, che sono state ritoccate a suo vantaggio. Una vicenda per cui sono poi stati chiamati direttamente in causa Christine Lagarde e Jean-Francois Rocchi, all’epoca presidente del Consorzio di realizzazioni, la struttura pubblica in cui erano stati accantonati dal 1995 i guadagni sospetti di Bernard Tapie.
Secondo la Corte dei Conti, ricorda il noto sito, lo Stato stesso non aveva alcun interesse ad accettare arbitrati sospendendo il corso della giustizia ordinaria
“Al momento topico delle polemiche sul caso Tapie la Lagarde ha spesso sottolineato che la procedura rischiava di durare in eterno ed era meglio far correre allo Stato questo rischio finanziario più pesante. Il rapporto della Corte dei Conti stabilisce l’assoluto contrario”, ha sottolineato Mediapart.

M.N.