Operaio caduto, Metro B1: Non è stato un incidente, morte sospetta

Potrebbe non essere stato soltanto un incidente quello che ha causato la morte stamane di un operaio impiegato in un cantiere a piazza Santa Emerenziana a Roma.
La vittima aveva 63 anni e sembrerebbe essere caduto all’interno di un pozzo profondo circa quaranta metri, realizzato nell’ambito dei lavori della nuova metropolitana nel quartiere africano della Capitale.
Stando a un comunicato diffuso da Roma Metropolitane, però, quello di questa mattina avrebbe poco a che vedere con una cosiddetta morte bianca e che quindi non sarebbe da imputare alcuna responsabilità alla società per presunte negligenze in fatto di sicurezza.
Del caso si sta già occupando la magistratura.

Morte sospetta – Ipotizzare al momento delle interpretazioni per quanto accaduto stamane nel cantiere di piazza Santa Emerenziana sarebbe troppo prematuro, tuttavia sicuramente risulta interessante la nota pubblicata dalla società che si occupa dei lavori. Nel comunicato, oltre alle condoglianze di rito nei confronti dei familiari della vittima si legge: “Metro B1 sottolinea che dalle prime verifiche effettuate sul luogo dell’incidente, è assolutamente prematuro parlare di relazione tra il decesso del tecnico e le attività che egli svolgeva sul posto di lavoro”.
A motivare la deduzione di Roma Metropolitane vi è l’aver constatato che la vittima “doveva controllare, attraverso un sistema informatico situato a livello stradale, i manometri delle attività di congelamento e non era autorizzato a scendere nella zona in cui è stato trovato il cadavere. Peraltro i primi rielievi confermano che non vi sia stata nella notte alcuna anomalia di funzionamento tale da dover giustificare un intervento dei tecnici della sicurezza né tanto meno la discesa del tecnico nell’area in cui è stato trovato”.

Come è finito dentro al pozzo? – Secondo i portavoce della società sarebbe tra l’altro totalmente da escludere la possibilità per cui “l’uomo sia precipitato per decine di metri, attesa la mancanza di ogni segno di caduta sul corpo“, ma anche il fatto che il cadavere sia stato rinvenuto “in una pozza di azoto liquido, visto che il gas necessario al congelamento scorre in serpentine sigillate e non può trovarsi allo stato liquido in luoghi aperti”.
Con l’auspicio che ciò avvenga al più presto possibile la società Roma Metropolitane “confida che le indagini della magistratura possano accertare le dinamiche dell’incidente che, allo stato dei fatti noti, appaiono assolutamente da chiarire”.

S. O.