Dopo la sentenza della Corte di Cassazione di giovedì scorso con cui è stata annullata una delle ordinanze di custodia cautelare a carico di Sabrina Misseri, la cugina della quindicenne Sarah Scazzi uccisa il 26 agosto 2010 ad Avetrana, è tornata a parlare Cosima Serrano, madre della detenuta e moglie di Michele Misseri, lo zio ritenuto colpevole dell’omicidio.
La donna è intervenuta, nel corso della trasmissione Domenica Cinque, per dichiarare che la scelta dei giudici – che hanno rinviato al Triubnale del Riesame tutti i documenti che giustificherebbero la carcerazione di Sabrina affinché venga fatta una nuova valutazione – è la dimostrazione che la figlia con l’intera vicenda non c’entri nulla: “Adesso usciranno le cose a favore della sua innocenza“.
Nessun dubbio – Cosima Serrano, pur salutando con soddisfazione la decisione della Corte di Cassazione, non può fare a meno di ragionare sul tempo che è passato prima che ci si decidesse a rivedere la posizione della sua Sabrina: “Finalmente hanno visto che era tutto contro Sabrina e che le cose a favore di Sabrina erano state messe da parte. E’ come se si fosse girata la palla. Sicuramente ora usciranno anche le cose a suo favore”.
La donna ha poi aggiunto: “Io quel giorno quando sono arrivata a casa, se non fossi stata a casa avrei avuto anche io dei dubbi, non so, ma siccome io l’ho vista a letto (Sabrina, ndr), io ho sentito il messaggio (sms, ndr), io l’ho sentita quando è uscita sbattere la porta. Possono dire quello che vogliono. I fatti sono questi“.
Il marito – La mamma di Sabrina ha poi assicurato che quel 26 agosto Sarah non giunse mai all’interno dell’abitazione della famiglia Misseri e che quindi, chi la prese per ucciderla, lo fece fuori di casa: “Sarah in casa non è mai arrivata proprio perché non ha suonato il campanello, di ciò ne sono sicura perché è vicino al letto, se l’avesse suonato l’avrei sentito”. Cosima ha poi concluso dicendo che il carcere non è giusto per la figlia, mentre potrebbe esserlo per il marito: “Sabrina non ha fatto niente e non è giusto che stia dove sta, mentre Michele, se ha fatto quello che ha fatto, è giusto che stia dove sta“.
S. O.