Don Seppia, ex seminarista: Andammo con ragazzino che elemosinava

Interrogatorio di fuoco quello a cui è stato sottoposto Emanuele Alfano, l’ex seminarista quarantenne, oggi croupier e barista, arrestato nell’ambito dell’inchiesta che ha portato in carcere anche don Riccardo Seppia, il prete di Sestri Ponente, accusato di abusi sessuali su minori e cessione di sostanze stupefacenti.
Alfano è considerato dagli inquirenti – e a confermare questa ipotesi ci sarebbero numerose intercettazioni – il complice del sacerdote o, per usare un’espressione divenuta famosa nel corso delle indagini sul Mostro di Firenze, il compagno di merende.
In queste ore, l’unione di intenti tra i due ha lasciato spazio alle recriminazioni reciproche con l’ex seminarista che ha ammesso gli abusi, tirando in ballo lo stesso Seppia che ieri aveva negato davanti al magistrato di avere mai avuto rapporti sessuali con minori.

Horror sull’altare – La deposizione di Emanuele Alfano ha fatto scorrere i brividi sulla schiena di chi ha avuto la possibilità di leggerla. L’uomo candidamente ha dichiarato: “Ho avuto rapporti con i ragazzini, li ho pagati perché si usa così, ma non sapevo di commettere un reato. Ho passato i loro numeri a don Riccardo e so che anche lui li ha incontrati”.
L’ex seminarista, arrestato poco prima di imbarcarsi su una nave da crociera, ha raccontato anche un particolare: “Una volta vidi un ragazzino, avrà avuto più o meno 14 anni. Chiedeva l’elemosina sul sagrato della chiesa dello Spirito Santo e me lo portai a casa“.
L’esempio citato da Alfano va a integrarsi con il profilo di giovani che don Seppia avrebbe richiesto al pusher magrebino che fungeva da scout per le vie del paesino genovese: ragazzini con disagi, possibilmente dipendenti dalla droga.
Sostanze stupefacenti che l’ex parroco utilizzava come esca per piegare la volontà degli adolescenti.

La confessione di una vittima – A inchiodare l’ex sacerdote ci sarebbe anche la testimonianza di un ragazzo egiziano, oggi diciottenne, ma ai tempi degli abusi minorenne. Il giovane ha ammesso davanti agli investigatori: “Ho fatto sesso a pagamento sia con Emanuele Alfano, sia con don Riccardo Seppia. Quando è accaduto, ero minorenne. A tutti e due ho presentato anche un mio amico albanese”.

Bagnasco: Emergenza non superata – Intanto è tornato a parlare della vicenda il cardinale Angelo Bagnasco, che all’indomani dell’arresto aveva sospeso don Seppia dal ruolo sacerdotale. Il presidente della Cei ha dichiarato: “E’ un’infame emergenza non ancora superata, che causa danni incalcolabili a giovani vite e alle loro famiglie cui non cessiamo di presentare il nostro dolore e la nostra incondizionata solidarietà”.

S. O.