Le voci circa un possibile giro di prostituzione all’interno della caserma Clementi del 235/o Rav Piceno di Ascoli che potrebbe essere, sua volta, collegato all’omicidio di Melania Rea, la ventinovenne di Somma Vesuviana trovata cadavere il 20 aprile scorso a Ripe di Civitella (Te), sarebbero prive di fondamento e frutto della fantasia di chi, colto dall’impazienza e forse anche dalla frustrazione derivante da una soluzione del giallo che tarda ad arrivare, si lascia andare a ipotesi che non poggiano su alcun dato concreto ma solo su pregiudizi.
A ribadirlo è stato il comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno, il colonnello Alessandro Patrizio, che al quotidiano Il Messaggero ha dichiarato: “Indagheremmo sull’ambiente di lavoro di Salvatore Parolisi anche se lui non fosse istruttore in una caserma dove si addestrano soldatesse, ma lavorasse in un convento di uomini“.
Patrizio ha poi aggiunto: “Sento parlare di presunti riti di iniziazione a sfondo sessuale, di case di appuntamento in città, ipotesi destituite di ogni fondamento, decisamente fantasiose. Nulla del genere emerge anche solo in minima parte dalle testimonianze raccolte finora, anche nell’ambiente militare”.
Tra Colle e Ripe – Per chi assiste all’evolversi delle indagini, la sensazione è che si possa essere vicini al momento in cui verrà accertato se la versione dei fatti raccontata dal marito della vittima, Salvatore Parolisi, corrisponde alla verità o sia stata frutto di una bugia che porterebbe inevitabilmente l’uomo a finire iscritto nel registro degli indagati: il vedovo ha raccontato che la moglie sparì il 18 aprile da Colle San Marco (Ap) dove insieme al marito e alla figlia Vittoria avrebbe dovuto passare qualche ora all’aria aperta. Melania si sarebbe allontanata alla ricerca di un bagno pulito, senza fare mai più ritorno.
Questa possibilità, però, è stata via via messa in discussione dalle testimonianze di coloro che quel giorno erano presenti a Colle: nessuno, a quanto pare, ricorda di aver visto la donna. Inoltre, il fatto che qualcuno abbia potuto trasportare Melania a più di dieci chilometri di distanza, nel giro di poche decine di minuti, e lì ucciderla, ha lasciato perplessi gli inquirenti che rimangono in attesa degli esiti dell’autopsia per cercare di capirne di più.
S. O.