Finché, a definire come balle – mille e di colore blu – le parole attribuite a Silvio Berlusconi, è uno di quei giornalisti che fungono da nemesi del Premier non ci sarebbe nulla di cui scandalizzarsi perché, calandosi nel ruolo di tertium super partes, si potrebbe sostenere che, nell’Italia di oggi, il bipolarismo – eccetto in politica dove sembra sempre più una coperta troppo corta – è uno stile di vita o un modo per tentare di sopravvivere: parteggiare, essere a favore o contrario, non importa se si conoscano i termini della questione. Ciò che importa è non rimanere soli.
Ma quando a utilizzare quella data espressione è proprio un alleato di Silvio Berlusconi, allora ‘todo cambia‘ come cantava l’argentina Mercedes Sosa.
Tra ministeri e Dalì – Questa mattina il quotidiano La Repubblica ha pubblicato un’intervista al sindaco di Roma Gianni Alemanno, a cui è stato chiesto un commento sull’andamento della campagna elettorale a Milano e Napoli in vista dei ballottaggi per le amministrative del 29 e 30 maggio, ma soprattutto cosa ne pensasse della proposta, sbandierata dalla Lega Nord – che si fa forte di una promessa ricevuta direttamente dal premier Berlusconi -, di spostare alcuni ministeri da Roma al capoluogo lombardo. Un modo per far fare dei passi in avanti all’idea di federalismo, un rimedio per alleviare l’orticaria tra i componenti del Carroccio per una sconfitta al primo turno che nella città della Madunina non era stata preventivata e le cui responsabilità, nonostante nessuno abbia osato dirlo, sarebbero addebitabili a una conduzione scriteriata della campagna elettorale da parte degli esponenti del Pdl. Su tutti il sindaco Letizia Moratti, con le sue false accuse in diretta tv, ma anche lo stesso presidente del Consiglio che avrebbe sovraccaricato di significati il voto milanese.
Alemanno ha definito “balle surreali” gli annunci della Lega Nord e ha aggiunto: “Si parla di traslochi leggerissimi, quasi inesistenti. Ministeri senza portafoglio. Ma i ripetuti proclami della Lega impongono un colloquio urgente con Berlusconi”.
Palliativi simbolici – Il primo cittadino di Roma, rimasto nelle file del Pdl nonostante vi fosse confluito insieme a Gianfranco Fini quando Alleanza Nazionale si fuse con Forza Italia, ha dichiarato di aver ricevuto “le più ampie rassicurazioni” ma non ha potuto fare a meno di notare che “l’insistenza della Lega non può non destare preoccupazione perché il trasferimento è inaccettabile”. Alemanno ha poi considerato le richieste del Carroccio come dei “palliativi simbolici” che niente avrebbero a che vedere con le tanto annunciate “riforme epocali“, concludendo con un appello a Bossi e Berlusconi: “Torniamo a parlare di senato federale e di federalismo fiscale che sono cose serie e importanti. Non dei ministeri spostati che i nostri elettori non hanno votato. Il centrodestra non può tradire il suo programma. Con i dispetti territoriali non si fa molta strada”.
Mercedes Sosa scrisse ‘Todo cambia’ dall’esilio francese, a cavallo tra anni settanta e ottanta, dedicandola al proprio Paese e alla speranza che le cose potessero cambiare e la dittatura finire. Tra le parole della cantautrice argentina vi erano queste: “y así como todo cambia, que yo cambie no es extraño”.
Buon ascolto a tutti, specialmente a chi siede nel Governo e in Parlamento, con una sola avvertenza: non date le cuffie a Scilipoti.
Simone Olivelli