Fuga dei cervelli- Perché oggi l’Italia non è un paese di giovani e non riesce a progettare il proprio futuro? A questa domanda hanno cercato di dare una risposta Michele Buono e Piero Riccardi attraverso l’inchiesta andata in onda ieri, 22 maggio, in prima serata Rai3 su “Report”. Si parte dalla triste constatazione del netto invecchiamento del nostro paese, dove la fascia di età tra i 25 e i 35 anni è quasi totalmente sparita, un dato decisamente in contrasto con quello dei nostri cugini francesi. Ciò che subito emerge, è il problema dell’occupazione: in Italia sono un ragazzo tra i 16 e i 24 anni lavora, nel resto d’Europa uno su due. E purtroppo, a fare la valigia, sono quei giovani laureati, intraprendenti ed ambiziosi che non si accontentano di precarietà, scarsa meritocrazia e pochi investimenti per le politiche che li riguardano. A farne le spese, la crescita dell’Italia intera.
Daniele Kihlgren- Daniele Kihlgren (nella foto), è un imprenditore italo-svedese che ha investito ingenti somme di denaro nel recupero del nostro patrimonio storico, che- dice- è stato “sistematicamente violato” , anche, paradossalmente, per progetti di ridestinazione turistica. Kihlgren, invece, ha comprato un’intera borgata abbandonata, Santo Stefano di Sessanio (AQ), e l’ha rivalutata trasformandola in un “albergo diffuso” dove tutto rispecchia l’antico splendore del vecchio borgo mediceo. Il tutto nel pieno rispetto dell’ambiente e del territorio, nonché della sua storia e della sua cultura.
Bruxelles- L’inchiesta di Maria Maggiore inquadra il nostro paese all’interno dei suoi rapporti e delle sue relazioni in ambito europeo. Più precisamente, nel quadro delle istituzioni comunitarie. L’Italia, infatti, nonostante uno tra i fondatori dell’Unione Europea, oggi non gode di molta considerazione a Bruxelles. Una fonte diplomatica al Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea chiarisce che questa situazione deriva dall’atteggiamento di “retroguardia” dell’Italia, che non è più un paese che avanza proposte concrete e costruttive. Ma in questo modo siamo costretti, non avendo più peso, ad accettare passivamente le decisioni che altri prendono per noi. Fortunatamente le eccezioni ci sono, basti pensare al ruolo di Mario Draghi. Gli italiani non si rendono conto della complessità ruolo di deputato europeo e,tra i loro limiti, anche la scarsa conoscenza delle lingue.
Maria Serena Ranieri