L’ex ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, starebbe pensando di ritagliarsi un ruolo sempre più defilato nel teatro della politica nazionale. A partire dal suo partito, del quale è coordinatore nazionale (insieme a Ignazio La Russa e Denis Verdini) ormai da diversi anni. “Non vorrei più fare il coordinatore del partito – ha detto, intervistato da Il Corriere della Sera – Non si possono ricoprire gli stessi ruoli per troppo tempo”. E sulla probabile nascita di correnti che potrebbero mettere in crisi la stabilità del Pdl: “Vedo solo segnali di vitalità“, ha commentato il pidiellino. Incalzato sulle alleanze, infine, l’ex responsabile della Cultura non ha nascosto di pensare ancora a Pier Ferdinando Casini: “Nonostante tutto – ha osservato Bondi – il Pdl dovrebbe tenere aperto il dialogo con l’Udc“.
Bondi sempre più defilato – “Non vorrei più fare il coordinatore del partito, dopo sei anni di Forza Italia e due di Pdl, perché non si possono ricoprire gli stessi ruoli per troppo tempo”. A firmare l’insolita dichiarazione, destinata (forse) a suscitare qualche riflessione presso i suoi colleghi, è stato l’ex ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi. Il triumviro del Pdl, intervistato oggi da Il Corriere della Sera, ha infatti immaginato per sè un ruolo sempre più defilato all’interno del partito, convinto di “poter offrire un contributo senza ruoli di primo piano”. Interpellato poi sui continui movimenti notati all’interno del Pdl, che hanno incoraggiato molti a credere che stia per manifestarsi una crisi: “Ma come? – ha risposto Bondi – si è sempre detto che non c’era democrazia nel Pdl e adesso che si discute, si grida alla crisi. Io – ha tagliato corto – vedo invece segnali di vitalità“.
Mano tesa a Casini – Chiamato ad esprimersi sul patto di ferro stretto con il Carroccio: “Io – ha commentato il ministro dimissionario – credo nell’alleanza strategica con la Lega, però Tremonti dovrebbe spendere la propria autorevolezza e il proprio prestigio per rafforzare la classe dirigente del Pdl”. E sulle possibili alleanze da stringere per garantire una maggioranza sempre più stabile in Parlamento, il politico-poeta ha lasciato la porta aperta ai centristi. “Nonostante tutto e anche nonostante quello che ho sofferto io personalmente – ha dichiarato Bondi – il Pdl dovrebbe tenere aperto il dialogo con l’Udc. Anche per Casini altre strade non ne vedo, visto lo spostamento a sinistra del baricentro e visto che il Terzo polo da solo non ha spazio”.
Maria Saporito