Confindustria contro il governo: Persi dieci anni, ora basta. La politica pensi al paese

Roma – La presidente degli industriali Emma Marcegaglia chiede al governo un forte impegno per il futuro del Paese, rimproverando la politica di aver “pensato ad altro”.
Le priorità: conti pubblici in ordine, liberalizzazioni, semplificazione amministrativa, infrastrutture, riduzione delle imposte per i cittadini e le imprese. “Lo Stato si ridimensioni: troppi privilegi in un momento in cui tutti siamo chiamati a fare grandi sacrifici“.

Marcegaglia contro il governo – Non è il primo e non sarà l’ultimo, ma l’affondo di Confindustria contro il governo è davvero durissmo.
L’appello è: “L’Italia deve guarire dalla malattia della bassa crescita, altrimenti non ci sarà futuro per il Paese.
Il riferimento è alla politica: “E la politica, maggioranza e opposizione, deve concentrarsi su questo, varando le riforme necessarie: riduzione delle imposte su imprese e lavoratori, liberalizzazioni, semplificazione amministrativa, infrastrutture. Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, non usa mezzi termini, anzi: “La verità è che l’agenda nazionale non riesce a fare della crescita il suo primo argomento all’ordine del giorno perché la politica senza altro“.

Marcegaglia: “Ma ora basta” In termini di benessere, l’Italia ha già vissuto il suo decennio perduto. Dobbiamo muoverci in fretta. Perché temporeggiare o muoversi a piccoli passi è un lusso che non possiamo più permetterci“.
Servono istituzioni forti ed autorevoli, istituzioni che sappiano recuperare la fiducia dei cittadini e delle imprese, che oggi è gravemente erosa. Ciò richiede uno scatto d’orgoglio di tutta la classe dirigente del Paese. Da qui l’appello ad abbassare”i toni della polemica politica e a far cessare gli attacchi e le delegittimazioni reciproche. Questa è la prima, vera, grande riforma di cui ha bisogno l’Italia“.
Chiaro riferimento all’attuale campagna elettorale messa in campo dalla maggioranza, fatta di insulti e accuse infondate.

Il decennio perduto. Ma non è colpa del sud –  “In questi anni l’Italia è arretrata. Il Pil per abitante del 2010 è ancora sotto i livelli del 1999. Rispetto alla media dell’area euro è passato dal 106,8% nel 1995 al 93,8% del 2011. E’ un arretramento che rischia di continuare. In termini di benessere, l’Italia ha già vissuto il suo decennio perduto”.
L’arretramento dell’Italia è generale, e non è affatto limitato al Sud come ha erroneamente riferito più volte il Ministro Tremonti. “Il mito da sfatare è che l’Italia vada in fondo bene e che dunque gli imprenditori devono piantarla di lamentarsi. E’ un mito con molte varianti. Una è per esempio quella per la quale il Nord è cresciuto e cresce come e più della Germania, mentre la zavorra sarebbe solo il Sud. I numeri dicono il contrario, visto che tra il1995 e il 2007 il Pil procapite al Sud è cresciuto in media dell’1,3%, contro lo 0,9% al Nord.

Basta con i privilegi della politica. La politica a tutti i livelli  dà ancora troppa occupazione a troppa gente e in un momento così grave in cui tutto il Paese è chiamato a fare grandi sacrifici è del tutto impensabile che non sia la politica per prima a ridurre drasticamente i suoi privilegi. La precedente finanziaria  aveva cominciato timidamente un percorso di ridimensionamento. Quel che è stato realizzato fino ad oggi è insufficiente. Le resistenze sono estese, radicate, fortissime“.

Matteo Oliviero