Ci sarebbero nuove testimonianze da vagliare per gli inquirenti che indagano sul giallo di Ripe di Civitella (Te), dove il 20 aprile fu trovato il corpo senza vita di Melania Rea, ventinovenne originaria di Somma Vesuviana (Na) ma da qualche tempo residente a Folignano (Ap).
Come già accaduto in altri casi di cronaca nera, il primo obiettivo per gli investigatori è quello di comprendere quanto questi racconti possano essere ritenuti affidabili e quanto invece possano essere il frutto della fantasia di mitomani alla disperata ricerca di momenti di visibilità. Il rilievo mediatico ottenuto da questo genere di crimini renderebbe tra l’altro ancora più appetibile il tutto.
Il primo testimone sarebbe un uomo che, dopo aver contattato la redazione del Corriere Adriatico e aver fornito le proprie generalità, ha raccontato di essere stato a Colle San Marco il 18 aprile scorso, proprio nella fascia oraria in cui Salvatore Parolisi, il marito della vittima, ha detto che la moglie scomparve.
L’uomo, che al momento risulta irraggiungibile rafforzando così l’ipotesi di una bravata da parte di qualcuno in vena di scherzi, ha detto che quel giorno “Melania era sul Colle San Marco con il marito e la figlioletta. Poi ha litigato con il coniuge e si è allontanata. Poco dopo, sul vialetto del Pianoro del Colle, è salita su un’auto che aveva a bordo forse tre persone, tra cui un uomo e due donne“.
Parolisi a Colle da solo – Un’altra testimonianza, invece, andrebbe a contraddire la precedente ma soprattutto smentirebbe il racconto fatto dal caporalmaggiore Parolisi che raccontò di essere arrivato a Colle San Marco, con la famiglia, poco dopo le 14. Stando a quanto raccontato agli investigatori da una giovane coppia, il marito di Melania sarebbe giunto nella località ascolana soltanto dopo le 15,30 e da solo.
Come si evince, il giallo di Ripe si arricchisce di nuovi elementi, ma la sensazione è che al momento essi contribuiscano soltanto a rendere ancora più intricata l’intera vicenda.
S. O.