Opposizioni contro il Cav: un’altra brutta figura internazionale

I due minuti che Silvio Berlusconi ha ieri rubato a Barak Obama a Deauville? L’ennesimo scivolone internazionale, secondo molti esponenti dell’opposizione. Da Pier Luigi Bersani a Pier Ferdinando Casini, passando per Antonio Di Pietro, il giudizio rimane impietoso: la scelta del Cavaliere di tediare il presidente americano con le sue “rogne” giudiziarie non solo non è condivisibile, ma ha esposto il nostro Paese all’ennesima cattiva figura. Una gaffe che – è la convinzione degli avversari politici del premier – contribuirà a oscurare ulteriormente la credibilità italiana agli occhi degli alleati internazionali.

Ennesima gaffe internazionale – La scena è stata immortalata e ripresa da tutti i tg, tanto da accreditarsi come un nuovo piccolo classico dell’informazione. Un pensieroso Silvio Berlusconi ha ieri “agganciato” Barack Obama, prima dell’apertura dei lavori del G8 a Deauville, per confidargli i suoi problemi: “In Italia – ha detto il Cavaliere – abbiamo quasi una dittatura dei giudici di sinistra”. Una dichiarazione destinata a portare grande scompiglio, con l’opposizione sul piede di guerra, svelta nel denunciare l’ennesimo scivolone del presidente del Consiglio al cospetto degli alleati internazionali.

L’ironia di Bersani e Casini – “Non so se Berlusconi chiederà ad Obama l’intervento della Nato – ha ironizzato il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, che ha poi aggiunto – Due giorni fa (tre per chi legge, ndr) era l’anniversario della morte di Falcone. Dedicherei una riflessione di trenta secondi al fatto che in quegli anni c’erano persone che si sacrificavano per salvare la Costituzione e le leggi mentre oggi si sacrificano la Costituzione e le leggi per salvare la pellaccia di una sola persona”. Trachant anche il giudizio di Pier Ferdinando Casini: “Stiamo perdendo il senso delle dimensioni – ha commentato il centrista – E poi, questo è quello che siete riusciti a capire voi giornalisti, ma chissà che altro gli ha detto“.

L’affondo di Di Pietro – La nota vergata da Antonio Di Pietro è apparsa, invece, carica di speranza: “Se e’ vero che Berlusconi ha detto ad Obama che in Italia c’è una dittatura dei giudici di sinistra – ha scritto ieri il leader dell’Idv – mi auguro che il presidente statunitense gli abbia risposto a dovere, spiegandogli come si comportano negli Usa per casi simili. Ci riferiamo al caso di Strauss-Kahn che, per un presunto rapporto sessuale non consenziente, è stato tirato giù dalla scaletta dell’aereo e sbattuto nel carcere di Harlem, mentre in Italia – ha continuato l’ex togato – il caso Ruby è stato portato in Parlamento per impedire alla magistratura di indagare. Sono sicuro che, dopo questa spiegazione – ha concluso Di Pietro – Berlusconi comprenderebbe che lui l’America l’ha trovata in Italia“.

La difesa di Lupi – A tentare la faticosissima difesa ci ha pensato Maurizio Lupi: “Prima di attaccare il presidente del Consiglio per ciò che avrebbe detto al presidente Obama – ha esordito il pidiellino – la sinistra farebbe bene a fare mea culpa. Il vero danno d’immagine del nostro Paese, infatti, non sono le parole vere o presunte del premier ma quanto è accaduto in questi mesi in cui l’opposizione ha montato ad arte il caso Ruby con l’unico obiettivo di distruggere l’avversario politico. È stato pubblicato di tutto e di più – ha denunciato Lupi – fregandosene bellamente dell’immagine del presidente del Consiglio e dell’Italia”.

Maria Saporito