Don Seppia, Monsignor Babini shock: Da vescovo non denuncerei mai un prete pedofilo

Monsignor Babini shock: Meglio non denunciare pedofilia nel clero. “Io da vescovo non denuncerei un prete pedofilo e credo che nel passato, se hanno taciuto dei vescovi, hanno operato con prudenza“. Gelano il sangue nelle vene le parole pronunciate da monsignor Giacomo Babini, vescovo emerito di Grosseto, in merito al caso di don Riccardo Seppia, il prete pedofilo di Genova arrestato dai carabinieri del Nas con le accuse di violenza sessuale su minori e cessione di sostanze stupefacenti. Intervistato dal sito ultratradizionalista cattolico ‘Pontifex‘, Babini, già famoso per aver dichiarato che “l’omosessualità in un prete, se tradotta in pratica depravata, è addirittura più grave della pedofilia“, continua a stupire dicendosi contrario alla denuncia di eventuali casi di pedofilia in seno alla Chiesa e preferendo invece auspicare la conversione e il pentimento dei preti peccatori.

Silenzio dei vescovi è segnale di prudenza. “Comprendo la linea del cardinal Bagnasco a Genova, io avrei fatto la stessa cosa. Andare in parrocchia, celebrare messa e chiedere scusa ai fedeli. Ma questo non implica una uniformità di condotta e non dimentichiamo che il caso di Genova non viene da una denuncia di Curia, ma da investigazioni della magistratura” spiega il vescovo emerito di Grosseto, precisando che “ha fatto bene Bagnasco a chiedere scusa se quel prete è venuto meno al suo ruolo e alla sua missione”. Cosa deve fare, allora, un vescovo davanti a casi di pedofilia nel clero? “A me non ne sono capitati – premette l’alto rappresentante della Chiesa – Certamente il Papa attuale ha preso una via giusta di repressione del fenomeno, spinto anche dal puritanesimo aggressivo degli Stati Uniti. Ma io da vescovo – è l’annuncio shock di Babini – non denuncerei un prete pedofilo e credo che nel passato, se hanno taciuto dei vescovi, hanno operato con prudenza”.

Vescovo protegge preti come suoi figli. Il motivo è presto detto: “Un prete diocesano è figlio del vescovo e un padre misericordioso non cerca la morte del figlio, ma la sua conversione“. “Certamente – continua monsignor Babini – il vescovo ha il dovere di proteggere il figlio, ma anche i suoi fedeli e si trova davanti ad una scelta drammatica. Non dimentichiamo che anche lo stesso pedofilo soffre per la sua condizione. Ecco dunque che alcune volte si è spiegata la scelta di spostare il prete ad altra diocesi, con la speranza – conclude il vescovo – che lontano dal suo ambiente potesse cercare la via della conversione,  del cambiamento e del sincero pentimento”.

Raffaele Emiliano