I funerali di Yara. Stamane si sono svolti i funerali della piccola Yara Gambirasio, scomparsa il 26 novembre 2010 e ritrovata morta a pochi chilometri da Brembate Sopra esattamente tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011. Mesi di ansia, disperazione, ma anche speranza, per i familiari e gli amici della 13, promessa dell’atletica leggera. Poi, il ritrovamento del corpo, ormai esanime. L’assassino di Yara non ha ancora un volto, ma la famiglia Gambirasio non perde la speranza che la figlia possa avere giustizia.
Il palazzetto pieno di gente. Il palazzetto dello sport di Brembate era gremito di gente che ha salutato per l’ultima volta Yara Gambirasio. Il palazzetto offriva ben 400 posti, occupati dai familiari e dalle autorità. Amici e conoscenti, invece, hanno preso posto nel giardino del palazzetto dello sport dove è stato allestito un maxi schermo. A celebrare la messa il vescovo di Bergamo, Francesco Beschi, e don Corinno Scotti.
Una lettera per raccontare il carattere di Yara. Nel corso del funerale, i genitori della piccola Yara hanno deciso di leggere una lettera per ringraziare le persone che sono state loro vicino in questi mesi d’angoscia. Le parole, ovviamente, ricostruiscono l’immagine di Yara, anche per farne conoscere la personalità a coloro che non l’avevano mai incontrata. «Difficile trovare le parole per ringraziarvi – recita la lettera – Ma la parola grazie può sembrare scontata e piena di retorica. Per molti di voi Yara era sconosciuta, e per questo motivo vogliamo raccontarvi alcuni aneddoti. In casa era elegante, era disponibile a giocare con il piccolo Gioele mentre noi eravamo impegnati. A scuola Yara ci raccontava che trascorreva molto tempo con una compagna che non poteva scendere in cortile a giocare. Una volta decise di andare alla gara del fratello rinunciando alla sua festa di compleanno. Tornando dalla gita lo scorso ottobre comprò un pensierino per un’amica che non andò. Infine, una signora anziana mi ha raccontato ultimamente che una volta Yara l’aiutò ad attraversare la strada. Ecco, questa era Yara».
Angela Liuzzi