La 49esima edizione del Premio Campiello Letteratura ha finalmente i suoi cinque finalisti. La giuria riunitasi oggi a Padova e presieduta quest’anno dal segretario generale del ministero per i Beni Culturali, Roberto Cecchi, ha così decretato: al primo posto, con nove voti, Ernesto Ferrero con “Disegnare il vento”(Einaudi), al secondo Giuseppe Lupo, otto voti, con “L’ultima sposa di Palmira” (Marsilio), al terzo “Se tu fossi qui” di Maria Pia Ammirati (Cairo Editore) con sette voti. Quarta Federica Manzon con “Di fama e di sventura” (Mondadori) e quinto Andrea Molesini con “Non tutti i bastardi sono di Vienna” (Sellerio), entrambi passati con sei voti.
Cinquantadue i libri presi in esame su una rosa di 180 romanzi (di cui 73 opere di esordienti), pervenuti alla segreteria del Premio. Alla Giuria dei Trecento lettori spetta ora il compito di scegliere il vincitore che verrà proclamato sabato 3 settembre nel corso della Cerimonia di premiazione.
«Credo di poter dire che i libri arrivati rispecchino abbastanza fedelmente la situazione attuale – ha commentato Ermanno Paccagnini, membro della giuria – perché per gran parte all’insegna di una produzione standardizzata, nella quale comunque si possono rinvenire una serie di opere letterariamente e narrativamente dignitose e anche qualcosa in più, pur senza attingere proprio al cosiddetto capolavoro. Nulla di nuovo rispetto al recente passato e, anche in questo, spesso le sorprese vengono dai giovani, si tratti di opere prime assolute o di prime esperienze nella narrativa lunga».
A vincere il riconoscimento Premio Campiello Opera Prima, Viola Di Grado con il libro d’esordio “Settanta acrilico trenta lana” (edizioni E/o), per «l’invenzione linguistica, spinta fino alla visionarietà tra personaggi tutti al limite della normalità che giustifica l’oltranza linguistica – si legge nella motivazione -. Si capisce che il romanzo è di una spiccata originalità ed è contemporaneamente racconto di una non comune crudeltà. Per essere l’opera prima di una giovanissima scrittrice è di grande maturità sia per struttura che per costruzione linguistica».
«Il Campiello in questi anni ha dato un significativo contributo alla promozione e alla visibilità di tanti autori e romanzi – ha dichiarato da parte sua il presidente della Fondazione “Il Campiello”, Andrea Tomat – ci auguriamo che il nostro Premio possa diventare più incisivo, soprattutto nel coinvolgere sempre più persone ad appassionarsi alla lettura. La cultura rappresenta un fattore determinante di sviluppo sociale, civile ed economico di una comunità. E’ una delle fondamenta sui cui ridefinire i tratti di una rinnovata identità nazionale».
Valentina De Simone