A far parte dell’oscuro mondo che ruotava attorno a don Riccardo Seppia, l’ex prete di Sestri Levante arrestato con l’accusa di presunti abusi sessuali su ragazzi minorenni e cessione di sostanze stupefacenti, ci sarebbe stato anche un militare della Guardia di Finanza che è stato arrestato.
Le manette al finanziere sono giunte nell’ambito delle indagini effettuate dagli inquirenti per risalire a coloro che rifornivano don Seppia della cocaina che poi sarebbe stata usata anche come esca per convincere i minori a cedere agli approcci sessuali. Con la stessa accusa, le forze dell’ordine hanno tratto in arresto anche uno spacciatore.
Dalle palestre alla canonica – Le indagini che hanno portato a svelare le inquietanti passioni di Riccardo Seppia, in origine avrebbero dovuto fare luce su un giro di anabolizzanti che interessava le palestre e le saune milanesi. Ma era proprio nella città meneghina che il parroco di Sestri Levante si recava spesso per fare il pieno di sostanze stupefacenti, per poi ripresentarsi – quasi sempre soltanto nel pomeriggio – nella chiesa di Santo Spirito.
Negli scorsi giorni la difesa dell’ex curato, il quale ha definito quelli compiuti delle semplici fantasie erotiche ma mai concretizzatesi nella realtà, si è scontrata con le testimonianze pervenute agli investigatori da parte di presunte vittime degli abusi e da colui che può essere definito a metà tra un complice e un compagno di merende: Emanuele Alfano.
Il racconto di un ragazzino nordafricano, da poco maggiorenne, ha ribadito che gli intenti subdoli di Seppia non si fermavano alle parole, come quelle scritte all’ex seminarista quarantenne, oggi croupier, con cui l’ex parroco commentava le conquiste del giorno. Alfano ha ammesso di aver pagato per fare sesso con minori, anche se ha aggiunto di non sapere che fosse reato, ma soprattutto ha detto di aver presentato, più volte, alcuni ragazzini a Seppia.
S. O.