Ritorna “Autografo”, la storica rivista fondata da Maria Corti

Ritorna in estate una delle riviste di letteratura italiana più autorevoli, “Autografo”, fondata da Maria Corti nel 1984 e interrotta il 22 febbraio 2002 dopo la morte della sua fondatrice. L’editore Interlinea ha, infatti, deciso di riprendere le pubblicazioni del periodico da sempre focalizzato sui maggiori problemi e sui grandi autori del Novecento italiano, da Dino Buzzati a Guido Morselli, e promosso dal Fondo manoscritti di autori moderni e contemporanei dell’ Università di Pavia. Formato in origine da lasciti e donazioni di scrittori, il Fondo si è poi allargato anche ad autori classici come il Foscolo, ed è ora una delle più consistenti raccolte di stesure autografe, bozze corrette, corrispondenze di scrittori italiani degli ultimi due secoli. Ma è anche diventato subito un’ officina in cui si studiano geneticamente opere importanti della nostra letteratura, specie contemporanea, o si affrontano problemi biografici.
A distanza di nove anni, dunque, “Autografo” riparte con cadenza settimanale e con una nuova direzione, affidata a Maria Antonietta Grignani, docente di Linguistica a Pavia, affiancata dallo storico della lingua italiana Angelo Stella. Nel comitato scientifico Franco Contorbia, Gabriele Frasca, Gianfranca Lavezzi, Anna Longoni, Niva Lorenzini, Clelia Martignoni, Anna Modena, Giuseppe Polimeni e Carla Riccardi.
Ad inaugurare la nuova serie il volume “La scommemorazione. Giorgio Manganelli a vent’anni dalla scomparsa”, una raccolta di atti di un convegno tenutosi a Pavia nel 2010, con due inediti del grande scrittore e anglista milanese, “Appunti critici 1948-49. Quaderno inedito” e “Ricordo di Poe”. Il secondo numero, attraverso ricordi e testimonianze, sarà dedicato alla poesia di Andrea Zanzotto, in occasione dei suoi 90 anni.
«Al di là degli eventi che passano – scriveva Maria Corti – le Carte durano, ciascuna con la minuscola storia e vivono in quella che Borges chiama la nostra “quarta dimensione, la memoria”. E quando anche noi ce ne andremo, loro le Carte resteranno lì e non sapranno mai che noi non ci siamo più».

Valentina De Simone