Davvero geniale l’idea che Greenpeace ha avuto per pubblicizzare il referendum abrogativo che si terrà in Italia nei prossimi dodici e tredici giugno. Avranno pensato che il grosso problema che circola intorno a tale referendum è che se ne è parlato poco in televisione, in radio e sui giornali, e che anche quella fetta di popolazione che non è solita informarsi altrove avesse bisogno di ricevere un input forte. “Che cosa sono soliti guardare in televisione gli italiani?”, si saranno chiesti. La risposta è arrivata con facilità. Già ai tempi di Giovenale il popolo veniva accalappiato attraverso il sempreverde meccanismo a base di “panem et circenses”; cosa è cambiato oggi come oggi? Assolutamente nulla: proprio per questo Greenpeace non è andata a far propaganda presso un reading di poesia o al Teatro dell’Opera, bensì allo stadio; chi si sarebbe perso la finale di Coppa Italia, ieri?
Mentre Inter e Palermo combattevano per il possesso della palla, gli occhi dei tifosi che guardavano la partita allo Stadio Olimpico sono stati rubati da un prepotente striscione di duecento metri quadrati che è stato srotolato dalla fantasiosa associazione, sul quale trionfava la scritta “Da Milano a Palermo fermiamo il nucleare”. Un applauso lungo un minuto ha seguito l’eclatante manifestazione, che è solo la più intelligente e la meglio organizzata di tutte le dimostrazioni che stanno avendo luogo in Italia. È, allora, di questo che ha bisogno l’Italia per sentirsi unita? Di avere un nemico comune da combattere, un nemico così potente da far sì che non venga nemmeno in mente di dividersi in fazioni? Probabilmente sì. Ieri l’Italia ha trovato per un istante quel punto di unità che le è sempre mancato, e non si trattava dell’ Italia delle università o dei centri sociali, bensì dell’Italia dello stadio, di quella che ha voglia di Panem et Circenses. Ancora una volta, complimenti all’inventiva di Greenpeace.
Martina Cesaretti