Il Regno Unito accusa Google: “Evade le tasse”

Sono diversi i Paesi, tra i quali anche l’Italia, ad aver denunciato gli astuti comportamenti di Google in merito ai propri conti. Il gigante della Rete con sede a Mountain View è accusata, infatti, di mettere a punto meccanismi fiscali estremamente convenienti per le proprie tasche. In sintesi, il gruppo starebbe indirizzando enormi cifre verso paradisi fiscali, evitando così il ‘faccia a faccia’ col fisco. Fino ad oggi le accuse in questione si sono rivelate esclusivamente verbali ma, visti gli interessi che ci sono di mezzo, non è da escludere che vengano presto ribadite nelle aule di tribunale. Le ultime lamentele nei confronti del sito più visitato del mondo arrivano dal Regno Unito. L’accusa è sempre la stessa: strade alternative a quella che porta al fisco.

La strategia. Secondo quanto riportato dal Sunday Times, Google è riuscita nell’impresa di non pagare più di 3 miliardi di sterline (circa 3,5 miliardi di euro) di tasse in Inghilterra e in altri Paesi negli ultimi 5 anni. Si tratta di un procedimento ben collaudato che, attraverso una rete societaria che sfrutta diverse giurisdizioni, tra cui Irlanda, Olanda e Regno Unito, fa finire i guadagni alle Bermuda. Tale meccanismo però è ormai ritenute sempre meno accettabile da tante nazioni, che si vedono costrette a rinunciare a pazzesche somme di denaro che, in teoria, dovrebbero finire nelle casse statali.

E ora? Da Repubblica.it avanzano l’ipotesi che la vicenda in Gran Bretagna possa trasformarsi velocemente in un caso politico: <<Il livello di ‘evasione legale’ – affermano dal quotidiano romano – è così alto da risultare imbarazzante per i conservatori, strettamente legati a Google. Il premier Cameron ha nominato Eric Schmidt, presidente del gigante online, suo consulente per gli affari, mentre il suo consulente per le strategie, Steve Hilton, è sposato con Rachel Whetstone, del cda di Google. Il cancelliere Osborne questo mese è intervenuto per la seconda volta alla conferenza annuale di Google e a offerto un pranzo in onore di Schmidt. La posizione di Google potrebbe inoltre aumentare le frizioni tra Osborne e il ministro per le attività produttive Vince Cable, che ha accusato Google di schivare le sue responsabilità sociali>>.

I diretti interessati. Non si è fatta di certo attendere la risposta di Google: “Abbiamo l’obbligo nei confronti dei nostri azionisti di mettere a punto una struttura efficiente in termini di tasse, e la nostra struttura attuale opera nel rispetto delle singole normative negli Stati in cui operiamo”. La sfida è appena cominciata.

Mauro Sedda