Roma – Attesa per l’1 giugno la decisione della Suprema Corte per stabilire se le norme sullo stop all’atomo siano sufficienti o meno per dichiarare l’annullamento della consultazione.
Referendum – Grande attesa per decisione della Cassazione sul quesito referendario sul nucleare, dopo che il 31 marzo scorso il governo aveva posto la fiducia sul cosiddetto Decreto Omnibus che sancisce lo stop al ritorno delle centrali nucleari di un anno. Il decreto è poi diventato legge appena qualche giorno fa dopo la firma di Napolitano.
La legge dispone la “sospensione, per un periodo di 12 mesi, delle procedure riguardanti la localizzazione e la realizzazione di centrali e impianti nucleari sul territorio italiano.
Per effetto immediato della moratoria il ministero dello Sviluppo economico e il ministero dell’Ambiente non procederanno all’adozione degli atti necessari alla realizzazione degli impianti nucleari, a cominciare dalla predisposizione del documento programmatico sulla strategia nucleare.
La parola va ora all’Ufficio centrale della Cassazione per i referendum che mercoledì 1 giugno dovrebbe pronunciarsi per stabilire se le norme sullo stop al nucleare siano sufficienti o meno per dichiarare l’annullamento del referendum in materia.
Il quorum – Le accuse al governo sono arrivate sia dall’opposizione che dai comitati referendari, secondo cui “lo scopo del governo è eliminare dalla consultazione del 12 e 13 giugno il quesito che più spingerebbe i cittadini ad andare a votare”. Soprattutto dopo il disastro di Fukushima dell’11 marzo 2011 ce ha creato un’onda emotiva”.
Ma è il legittimo impedimento a preoccupare il governo, senza di esso i processi del premier potrebbero accelerare rischiando di arrivare al primo grado.
Perciò in mancanza della riforma epocale della giustizia, resta il solo scudo per Berlusconi.
matteo oliviero