Ballarò, risultato elezioni – Avere il privilegio di discutere ed approfondire a gioco concluso e con in mano dati certi è assai raro. Se poi gli animi e i volti sono ancora freschi e sinceri allora la fortuna è doppia. Ballarò và in onda il giorno dopo i risultato delle elezioni amministrative, potendo trasformarsi in un vero specchio rilevatore dell’attuale clima politico, cogliendo con ancora più facilità i sorrisi dei vincitori e lo sguardo basso degli sconfitti. Il voto dei cittadini non lascia spazio ad interpretazioni e tutti sono d’accordo: il PDL ed anche a stessa figura di Silvio Berlusconi sono usciti zoppicanti dal primo, vero confronto con l’opposizione. Ma la battaglia non è per nulla finita. Certo, le armi sono state deposte e le parole non risuonano più come attacchi violenti e personali, ma nonostante tutto i due fronti continuano a punzecchiarsi e lanciarsi sfide più o meno interessanti. E proprio il rappresentante del PD Enrico Letta a dare il via alla danze: “Il premier con il suo governo si devono dimettere. Ora è tempo di nuove elezioni” Ovvero l’opposizione prende la palla al balzo e cerca di screditare la maggioranza, sottolineando più volte l’ormai totale sfiducia della gente.
Scontro acceso – Ad accettare il difficilissimo compito di difensore dei colori del PDL è Roberto Formigoni, dapprima sorridente e pacato come al suo solito ma poi, forse stufo ed irritato dai continui attacchi e critiche, autore di una accesa controffensiva nei confronti sia di Letta che del pubblico presente in studio, colpevole di tifare solo una parte politica ovviamente avversaria a lui. Tosi però stasera è privo di forze (e voce), quindi tocca al giornalista Mario Sechi dare il vitale supporto, attento ai vari bisticci tra i politi ed in grado, grazie a due domande taglienti ed improvvise, di mettere in difficoltà l’occhialuto Letta sancendo la fine di uno scontro che pian piano iniziava ad avere toni troppo accesi. Resta però da sottolineare una confessione di Antonio di Pietro che, tra i sentiti appelli diretti al popolo per andare a votare l’ormai celebre e discusso referendum, apre ad una alleanza stretta con il partito democratico, riconoscendo addirittura Bersani leader di questa coalizione pur di mandare a casa il governo di centro-destra, oggetto di satira da parte del mondo intero ed iniziando così un nuovo capitolo in grado di affrontare i problemi reali del paese.
Il vento che cambia – E questi problemi sono, purtroppo, sempre gli stessi: mancanza di lavoro, crisi dei mercati, povertà. Tre fattori che “..certamente hanno dato vita ad un nuovo processo politico” spiega Giannini, favorendo la vittoria sia per Luigi De Magistris che per Massimo Zedda. Le piazze di Napoli e Cagliari, affermano i due neo-sindaci ospiti d’onore a Ballarò, hanno invocato a gran voce un nuovo modo di fare politica, fuori dagli schemi e vizi della destra e sinistra, più vicini ai fatti reali e quindi al desiderio e sogni delle persone comuni. Parole forti sorrette sopratutto dai giovani, nuovamente partecipi alla vita politica del loro paese con mille aspettative e promesse in mano. Starà poi ai nuovi eletti rispettare quanto detto durante la campagna elettorale, evitando che questo piccolo vento di cambiamento svanisca nel nulla, bensì rafforzandolo sino a farlo diventare una realtà impossibile da non prendere in considerazione. Un primo capitolo di una nuova storia, oppure l’ennesimo errore e delusione. Il confine è davvero sottile e nulla è sicuro. Ma la speranza è sempre l’ultima a morire. Purtroppo.
Riccardo Cangini