Bersani: Berlusconi si dimetta. Per le riforme, nuova coalizione

Pier Luigi Bersani fa un appello a Berlusconi: gli chiede le dimissioni. Il segretario del Pd, in tono serio che non appare quello di una provocazione ironica, si appella al senso dello Stato del presidente del Consiglio chiedendo di dimettersi. “se è uno statista, deve dimettersi dopo la sconfitta alle amministrative”. Come ricordiamo, il Parlamento ha fissato ieri per fine giugno il dibattito in cui si discuterà la verifica sulla maggioranza. Evento di cui Silvio Berlusconi ha già dichiarato di non aver nessun timore. Anche in merito alle sue ventilate dimissioni, niente da fare. Ride davanti ai giornalisti, un Silvio Berlusconi provato e tirato, ma in piedi. “Andremo avanti altri due anni”, assicurano sia lui che i suoi, perentori. L’appello di Bersani, che è difficile sapere come prendere, dato che non pare essere nello spirito dell’attuale Pdl accogliere simili richieste, è esteso anche alle “forze più responsabili del centrodestra, affinché prendano atto della situazione per il bene del Paese”. Come per insinuare che Berlusconi non è esattamente tra “le forze più responsabili” che fanno parte degli schieramenti avversi a Bersani.

“Mi alleerei con chiunque altro”, sembra dire Bersani. “Andiamo a votare – ha detto Bersani, propositivo – e se troviamo lo spazio per fare una legge elettorale meno vergognosa bene, sennò andiamo a votare perché il Paese non può stare nella palude”. Secondo Bersani, i Parlamentari dovrebbero esser scelti per elezione diretta. Dal Pd sono “pronti a discutere con tutte le forze politiche (evidentemente per la maggior parte considerate da Bersani più responsabili di Berlusconi, come detto sopra) di una nuova legge elettorale. Anche con la Lega”

La nuova coalizione per le riforme. Il Pd è “prossimo ad essere il primo partito nazionale”, dice Bersani. E  dunque, come spiega, deve esser fondata una nuova coalizione di governo, in vista della quale ha rilanciato il progetto del nuovo Ulivo. Si tratterà di una fondata dalle forze riformiste e della sinistra di governo, ma a cui si potranno aggregare altri, senza paletti. Si tratterà di autonomi gruppi accomunati dal fatto di condividere 10 riforme istituzionali importanti. Da chi sarà capeggiata, ancora non è chiaro. Oppure, è una sorpresa, come si suol dire. “Io ci sono ma non mi metto davanti al progetto”.

S. K.