Da Bossi ultimatum a Berlusconi?

I disastrosi risultati elettorali registrati in tutto il Paese rischiano veramente di far saltare l’alleanza tra il Pdl e la Lega? La domanda, che circola nelle stanze dei rispettivi quartier generali da lunedì pomeriggio, non ha ancora ricevuto una risposta. A incrementare il clima di incertezza si ci è messo ieri anche il leader del Carroccio, Umberto Bossi, che – intercettato dai cronisti a Roma – ha sibillinamente dichiarato: “Il governo va avanti, ma non so se tranquillo”. Tanto quanto basta a far comprendere che il Senatur ha digerito a fatica la debacle di Milano e delle altre città del Nord, dove la base padana sembra avergli mandato un messaggio inequivocabile. Intanto a mettere carne sul fuoco ci hanno pensato altri due leghisti doc come Roberto Maroni e Matteo Salvini, convinti della necessità di ricorrere a contromisure forti per scongiurare la disfatta irrimediabile.

Il commento sibillino del Senatur – Il silenzio stampa nel quale si era trincerato da lunedì pomeriggio è stato rotto ieri da Umberto Bossi. A chi gli ha chiesto un commento sui risultati dei ballottaggi e qualche garanzia sulla tenuta del governo: “Per ora il governo va avanti – ha risposto il Senatur – non so se tranquillo. Non sono preoc­cupato, ci è già capitato di andare sotto e poi tornare su – ha aggiunto Bossi – Ad essere vecchi c’è un van­taggio: hai già vissuto le cose”. Ma quando i giornalisti hanno insistito, chiedendogli se considera possibile risalire la china al fianco di Silvio Berlusconi, il numero uno del Carroccio ha preferito ritornare al mutismo, affidando a un sorriso la sua risposta.

Maroni e lo sberlone – Più eloquente si è dimostrato, invece, il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. “Il segnale c’è stato ed è stato forte – ha annotato ieri riferendosi ai risultati delle amministrative – non deve essere sottovalutato e io non lo faccio. Adesso cerchiamo di capire se questa maggioranza ha la capacità di reagire o resta inerte, che sarebbe la cosa peggiore. Mia nonna – ha proseguito Maroni – diceva che le sberle fanno male ma alla lunga fanno rinsavire, fanno imparare la lezione. Per adesso resta solo il dolore dello sberlone ma spero che nei prossimi giorni – ha concluso il ministro – ciò faccia non solo capire perché è andata così, ma anche prendere delle adeguate contromisure“.

Salvini: Non moriremo berlusconiani – C’è andato giù pesante anche Matteo Salvini, mancato vicesindaco di Milano al fianco della signora Moratti. “La Lega non è nata a destra e non morirà a destra – ha scandito ieri intervenendo a una trasmissione su Radio24 – Figuriamoci se morirà per Berlusconi. Non siamo disposti a morire per nessuno. Speriamo che il presidente del Consiglio abbia capito la legnata amministrativa e che acceleri quelle riforme che la gente ci chiede. Vista come è finita la partita a Napoli e a Milano – ha polemizzato ancora l’eurodeputato – Berlusconi doveva fare il contrario: lasciare Gigi D’Alessio a Napoli e venire lui a Milano a promettere che avrebbe comprato Hamsik”.

Maria Saporito