Nucleare: La Cassazione conferma il referendum. Il decreto Omnibus non basta

Nucleare – La Cassazione conferma il quesito referendario sul nucleare. Saranno i cittadini a dover decidere sull’abrogazione delle norme. Il decreto Omnibus non basta.

Cassazione –  C’era tanta attesa sulla decisione della Cassazione sul quesito referendario sul nucleare. Tante polemiche dopo la mancia indietro del governo sul ritorno all’atomo e il tentativo di rimandarlo attraverso il decreto Omnibus, convertito in legge due settimane fa.
Pochi minuti fa la Corte di Cassazione, a cui spettava l’ultima decisione, ha riammesso il terzo quesito referendario sul nucleare, sul quale si voterà il 12 e il 13 giugno prossimi.
L’ufficio elettorale della Corte di Cassazione ha stabilito, infatti, che le modifiche apportate dal governo alle norme sul nucleare non precludono la celebrazione della consultazione popolare, confermando, quindi, che i cittadini potranno esprimersi anche sul quesito depositato a suo tempo dall’Idv, che resta in campo assieme agli altri tre, due sull’acqua e uno sul legittimo impedimento di premier e ministri a partecipare alle udienze processuali.
La seduta del collegio della Corte di Cassazione era iniziata alle 10 circa. In Cassazione è giunto anche Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, uno dei promotori del quesito referendario. In particolare la decisione si è resa necessaria a seguito del decreto Omnibus, pubblicato in Gazzetta Ufficiale sabato scorso, che contiene norme sulla moratoria nucleare.

Referendum – Nuova doccia gelata per la maggioranza che secondo l’opposizione operava per non permettere il raggiungimento del quorum al referendum in cui pesava lo scudo giudiziario del legittimo impedimento. Il Ministro Romani aveva invece spiegato che votare i quesiti referendari dopo la sciagura del Giappone, non poteva portare che ad una scelta dettata dall’onda emotiva.
Dopo la Sardegna, che ha già votato contro la linea energetica del governo, dunque, ora tocca all’interno paese, decidere sul ritorno al nucleare.
Dopo la dura sconfitta elettorale, il raggiungimento del quorum, e quindi la bocciatura della linea del governo, potrebbe avere serie conseguenze sulla tenuta della maggioranza, si tratterebbe della terza bocciatura in poco meno di un mese.

Matteo Oliviero