Quando qualche giorno fa i giudici della Corte di Cassazione si sono pronunciati dichiarando l’inattendibilità delle parole pronunciate da Michele Misseri nella vicenda riguardante l’omicidio della quindicenne Sarah Scazzi, avvenuto ad Avetrana il 26 agosto dello scorso anno, molti si sono chiesti come si potesse esser certi che quell’uomo, che nelle settimane successive al ritrovamento del cadavere era diventato per tutti lo ‘zio orco‘, non dicesse la verità.
Al di là delle numerose contraddizioni in cui si è imbattuto nel corso degli interrogatori, il contadino pugliese aveva tutte le sembianze del perfetto assassino. E per il giudizio del popolo, sempre più abituato ad auspicare giustizia sommaria quasi si trattasse di televoti, uno sguardo a metà tra lo spaurito e il folle, con l’aggiunta di un’ammissione di necrofilia, erano stati elementi più che sufficienti per ritrarre l’identikit del mostro, colui contro cui si sarebbe potuto inveire nei talk show e sui social network. In attesa del prossimo assassinio.
Video – Michele Misseri è stato rimesso in libertà due giorni fa, tra lo stupore generale. Gli inquirenti ritengono che lui abbia soltanto partecipato nella soppressione del cadavere, un uomo al servizio della figlia, Sabrina, e della moglie Cosima Serrano, entrambe in carcere. La prima da mesi, la seconda da circa una settimana.
Quello che doveva essere lo zio orco si è trasformato in una sorta di fantoccio inquietante e la dimostrazione della nuova immagine di Misseri è stata data ieri sera nel corso della trasmissione Matrix, in cui è stata mandata in onda un’intervista che il contadino ha tenuto a rilasciare appena ritornato a casa. Nel video a fondo pagina si assiste a uno spettacolo agghiacciante: l’uomo, che dà tutta l’aria di inventare ciò che pronuncia, fa un resoconto dettagliato di come si sarebbe svolto l’omicidio e l’occultamento del corpo di Sarah. La vittima, trasformata quasi in oggetto, rimane l’unico elemento reale in un giallo in cui le bugie sembrano continuare a farsi beffa della verità.
S. O.