“Senza i partiti si può vincere, ma difficilmente si riesce a governare”. Comincia da qui la lucida analisi di Paolo Cirino Pomicino interpellato sulla fresca elezione di Luigi De Magistris a Napoli. L’ex dirigente della Dc, in un’intervista a Il Fatto Quotidiano, mette in guardia il neo sindaco, invitandolo ad annodare i rapporti con quei partiti da cui si professa distante. “Per il suo stesso bene – ha notato Pomicino – De Magistris dovrebbe ora spingere i partiti a ricostruirsi per stare al suo fianco nel proporre qualcosa di buono per la città”. Quanto al ruolo giocato da Silvio Berlusconi nella campagna elettorale che a Napoli ha portato alla cocente sconfitta di Gianni Lettieri: “La sua è una responsabilità oggettiva”, ha tagliato corto il centrista.
No partiti, no governo – “De Magistris ha intercettato platealmente la rabbia di una popolazione che dall’ottobre 2006 non è riuscita a vedere risolto uno dei problemi più banali del quotidiano, lo smaltimento dei rifiuti. Ma per il suo stesso bene, De Magistris dovrebbe ora spingere i partiti a ricostruirsi per stare al suo fianco nel proporre qualcosa di buono per la città”. E’ questo il consiglio che un politico di vecchio corso come Paolo Cirino Pomicino ha consegnato oggi al nuovo sindaco di Napoli, sottolineando le insidie in cui potrebbe cadere se seguitasse a mantenere la distanze dai sistemi partitici locali e nazionali.
Verso la rinascita della democrazia – “Senza i partiti si può vincere – ha continuato l’ex democristiano nella sua analisi – ma difficilmente si riesce a governare. E si ricordi di Bassolino, del primo Bassolino, quello che tutti ci invidiavano, che fondava il suo successo sulla ‘personalizzazione’ della politica teorizzata dal filosofo Mauro Calise. La politica si vendica di chi l’offende”. Quasi un avvertimento, che l’esponente dell’Udc ha rimarcato in più punti dell’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano: “La risposta alle emergenze di Napoli – ha ripreso l’ex dirigente della Prima Repubblica – non può essere l’uomo solo al comando. La risposta è nella rinascita dei partiti sul terreno della democrazia interna e nella selezione della classe dirigente, recuperando culture politiche smarrite”.
Incoronato da una minoranza – Non solo: al nuovo sindaco di Napoli, Pomicino ha consegnato anche un’altra considerazione: “Dico a De Magistris le stesse cose che ripeto da anni a Berlusconi quando sostiene di essere maggioranza nel Paese. Il neo sindaco è stato votato dal 32% dei napoletani e deve essere consapevole di essere stato eletto da una minoranza. Lo dico non per delegittimarlo – ha precisato il centrista – ma perché si ricordi sempre di essere il sindaco di tutti. E in questo i partiti sono fondamentali. Non possono e non devono lasciarlo solo, altrimenti lui non va da nessuna parte”.
Le colpe del premier – E sulla responsabilità di Silvio Berlusconi nella disastrosa campagna elettorale condotta a Napoli e culminata nel flop di una piazza Plebiscito semivuota nonostante la performance canora di Gigi D’Alessio: “La sua è una responsabilità oggettiva, da capo del governo e del partito – ha tagliato corto Pomicino – E’ lui che fa le nomine, è lui che coltiva questi sbagliatissimi metodi di selezione della classe dirigente azzurra napoletana. E poi questi chi sono? – ha concluso l’ex democristiano – Lei sarebbe in grado di dire i nomi di quattro parlamentari Pdl della provincia di Napoli?”.
Maria Saporito