Centinaia di migliaia di foto, oltre due milioni di particelle catastali analizzate, oltre 570 mila immobili rilevati.
È il risultato dell’attività di contrasto all’abusivismo edilizio e rivolta alla regolarizzazione dei fabbricati mai dichiarati al Catasto o che hanno subito variazioni non dichiarate, noti ormai come ‘immobili fantasma’, presentato ieri mattina a Roma dall’Agenzia del Territorio.
Sono state individuate 2.228.143 particelle di catasto terreni, all’interno delle quali sorgono dei fabbricati non presenti nelle banche dati catastali. L’accertamento è già stato completato su 1.065.484 particelle, da cui è emerso che circa la metà di queste, 572.503, non posseggono i requisiti per l’accatastamento.
Per quanto riguarda le rimanenti 492.981, invece, sono state identificate 560.837 unità immobiliari urbane la cui regolarizzazione ha prodotto un incremento di rendita catastale pari a 415.500.148,00 euro.
Su 1.162.659 particelle ancora da accertare, è stato avviato, dal 2 maggio, il processo di attribuzione della rendita presunta, che sarà determinata attraverso l’individuazione della destinazione d’uso e di altri parametri tecnico-estimali degli immobili oggetto di accertamento.
Attività tecnica e sofisticata. “Si è trattato di un’attività molto lunga, tecnica e sofisticata – ha dichiarato il direttore dell’Agenzia Gabriella Alemanno – che sta dando molto lavoro ai nostri 103 uffici provinciali e ai circa novemila dipendenti“. Stando ai dati, ancora parziali e aggiornati al 30 aprile scorso, grazie “a un innovativo processo di foto identificazione” è stato possibile individuare ben 2.228.143 particelle di Catasto terreni all’interno delle quali sorgono fabbricati non presenti nelle banche catastali. Di questi, su 1.065.484 particelle i tecnici dell’Agenzia hanno già completato l’accertamento, per il quale è emerso che per 572.503 particelle gli immobili rilevati non posseggono i requisiti per l’accatastamento. All’interno delle rimanenti 492.981 particelle sono state invece individuate ben 560.837 unità immobiliari urbane la cui regolarizzazione ha prodotto un incremento di rendita catastale pari a 415.500.180 euro, cioè l’1-2% del totale nazionale delle rendite.
Il censimento degli immobili ‘fantasma’, fanno sapere dall’Agenzia del Territorio, è iniziato nel 2007 e i dati presentati ieri mattina sono il risultato di oltre tre anni di lavoro. Dal primo gennaio del 2011, inoltre, l’Agenzia sta provvedendo ad avviare un’attività continua di controllo su questo tipo di immobili, che si concentrerà nei prossimi mesi soprattutto nei principali centri urbani. L’attività di contrasto all’illecito sta portando con sé anche un ‘effetto indotto’. Sono sempre più i proprietari di fabbricati ‘fantasma’, ma anche già accatastati e con irregolarità, che hanno spontaneamente contattato l’Agenzia per regolarizzare la propria situazione.
Le province più controllate e le tipologie. Per quanto riguarda la localizzazione delle zone censite, la provincia di Roma, con 68.764 particelle da verificare, si colloca al secondo posto in Italia. Maglia nera alla provincia di Salerno, con addirittura 105.228 particelle. Seguono le province di Palermo, con 62.868 particelle, di Cosenza, con 61.672, di Napoli, con 59.859, e quella di Lecce, con 54.361. Di queste quasi 600 mila unità immobiliari, il 35% è rappresentato da abitazioni, il 29% da magazzini e il 21% da autorimesse, anche se durante i controlli sono state rinvenute irregolarità anche in collegi, uffici pubblici, alberghi, porzioni di stazioni o di porti, stazioni di carburante.
Marco Notari