
Il progetto per i bambini autistici. L’idea di questa sperimentazione è nata oltre un anno fa, quando un gruppo di bambini tra gli 8 e i 14 anni affetti da autismo ha cominciato a frequentare regolarmente, con l’aiuto di terapeuti e genitori, la Baia dei Pinnipedi del parco acquatico Zoomarine popolate da foche e leoni marini. Il tutto si è svolto sotto l’egidia degli specialisti dell’Ospedale san Carlo di Nancy–IDI (Istituto Dermopatico dell’Immacolata), genitori ed addestratori, ed i risultati, derivati dal contatto con foche e leoni marini dell’acquario hanno fatto decidere per una svolta ulteriore.”L’incontro con animali insoliti sorprendenti, come un leone marino di 400 kg – spiega Davide Moscato, responsabile del centro di pet therapy dell’Idi – ha gradualmente aiutato i bambini a emergere dal proprio sommerso, attraverso una spinta emotiva che ha fatto affiorare nuove capacità relazionali, giungendo perfino a interagire in maniera autonoma“. Un successo terapeutico importante. Non è la prima volta che i delfini vengono coinvolti in progetti terapeutici di questo tipo.
Risultati sorprendenti. Visti i risultati positivi, spiega il direttore generale di Zoomarine, Stefano Cigarini, si è deciso di passare “dalla Baia dei Pinnipedi all’Isola dei Delfini, che agli occhi di un bambino appariranno più stupefacenti e comunicativi delle otarie, determinando un’emozione ancora più intensa e offrendo l’opportunità di un contatto più ravvicinato”. Il direttore generale dell’ Idi, Domenico Temperini, aggiunge che all’esperienza positiva di Zoomarine è stato deciso di affiancare quella con il Bioparco, che quest’anno compie cento anni. “Aderiamo con entusiasmo, seppure in via sperimentale, a un progetto che nell’anno del centenario esalta la funzione solidaristica, oltre che didattica, del Bioparco – afferma il presidente Paolo Giuntarelli -. Lo facciamo attraverso un animale che, grazie al cinema, è diventato un simbolo di simpatia e socievolezza. Ci auguriamo che i lemuri, con il loro approccio affettuoso e solare, possano stimolare i bambini autistici a uscire, a piccoli passi, dalla foresta dell’isolamento“.
Adriana Ruggeri