La politica si fa nelle piazze, nei palazzi e anche in tv. Lo sa bene Roberto Formigoni, inossidabile governatore della Lombardia, che nei giorni scorsi ha dato vita a un botta e risposta serrato con il giornalista Bruno Vespa. Oggetto del contendere, le poche ospitate del ciellino a Porta a porta: 1 in 5 anni per Formigoni, 5 in 4 anni per Vespa. Un “oscuramento” mediatico che ha spinto il presidente della Regione Lombardia ad alzare la testa, rivolgendo al conduttore una serie di domande piccate. Tra tutte, questa: “C’è qualcuno che sceglie gli ospiti per lui o che gli impone dei vincoli?”.
Formigoni e il salotto di Vespa – Al governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, non va giù che il salotto televisivo di Bruno Vespa resti per lui una zona quasi inaccessibile. Sarà per le poltrone comode ed eleganti o per quelle note da sogno che accompagnano l’ingresso di ogni singolo ospite in studio, ma il pidiellino appare talmente ossessionato dalla “terza Camera” del Parlamento da aver trascinato il noto conduttore di Rai1 in un botta e risposta serratissimo. Si parte da un assunto: pallottoliere alla mano, il titolare del Pirellone sostiene di aver calcato il salotto di Vespa una sola volta in 5 anni, mentre il suo collega piemontese, Roberto Cota, sarebbe stato ospitato almeno 9 volte in un solo anno. La dimostrazione – secondo Formigoni – di come la spiegazione addotta da Vespa di prediligere esponenti politici nazionali sia solo una scusa.
Botta e risposta al vetriolo – “Un mostro sacro della tv com’è lui – ha scritto ieri Formigoni rivolgendosi a Vespa – un grande maestro, ha il dovere della trasparenza. Spieghi dunque: c’è qualcuno che sceglie per lui o che gli impone dei vincoli? Non sente il direttore della ‘terza Camera’ l’esigenza di garantire un equilibrio tra gli invitati della trasmissione?”. Una domanda assai piccata, a cui il padrone di casa di Porta a porta ha così replicato: “Formigoni esagera. Capisco la sua conoscenza non approfondita della politica romana, ma sarebbe bastato chiedere a qualunque portavoce di qualunque partito per sapere con quale assoluta autonomia di giudizio – ha spiegato il giornalista – vengono fatte le nostre scelte. E si sarebbe risparmiato un’offesa gratuita e pesante”.
La questione Cota – E ancora: “Se Roberto Cota è spesso presente nella nostra e in altre trasmissioni – ha continuato Vespa – lo si deve solo al fatto che è il solo dirigente leghista, insieme con Reguzzoni e Salvini, a dare una certa disponibilità. Nel Pdl la scelta è molto più vasta, tra ministri e titolari di incarichi di vertice. Nessuno si è sognato di discriminare Formigoni (intervenuto da noi cinque volte in quattro anni e non una in cinque come ha sostenuto lui). Si aggiunga che l’ala cattolica in cui si riconosce il presidente della Lombardia – ha precisato il conduttore – è stata spesso rappresentata autorevolmente a Porta a porta dal vicepresidente della Camera Lupi. E quando dovessimo invitare Formigoni – ha controreplicato Vespa – sarebbe per una nostra scelta o perché qualcuno ce lo ha ordinato?”.
La controreplica di Formigoni – Questione chiusa? Niente affatto. “Il dottor Vespa – ha risposto stizzito Formigoni – non ha motivi per innervosirsi né tantomeno per accusarmi di averlo offeso quando è chiaro a tutti che ho usato parole rispettose e ho solo avanzato delle domande. Ad un esame oggettivo dei dati risulta che i politici regionali li invita eccome. Questo vuol dire che il criterio indicato da Vespa è falso. Dica Vespa – ha continuato il governatore – qual è il criterio con cui fa gli inviti e soprattutto dica se non ritiene opportuno che una trasmissione pagata dai cittadini sia equilibrata negli inviti delle persone e rispettosa delle scelte democratiche dei cittadini che hanno eletto Cota, ma – ha affondato il lombardo – hanno eletto anche Formigoni”.
La storia infinita – E ci fermiamo qui, informando i lettori che lo scambio al vetriolo tra i due si è protratto ulteriormente, con Vespa che ha punzecchiato il governatore, promettendogli di invitarlo più assiduamente quando riuscirà a ricoprire un ruolo politico più rilevante e il ciellino che ha risposto indispettito, sottolineando la caduta di ascolti e di autorevolezza del programma condotto da Bruno Vespa. Lo stesso in cui muore dalla voglia di andare.
Maria Saporito