Febbre da cavallo. La mandrakata- In onda martedì 7 giugno su Rete4, prima serata, il film “Febbre da cavallo-La mandrakata”. Film prodotto da Carlo Vanzina nel 2002, è il secondo episodio dell’intramontabile successo made in Italy del 1976, diretto da Steno. Il Film racconta la divertentissima storia di un gruppo di amici, accomunati dalla sfrenata passione per il gioco e, per la precisione, per le scommesse sui cavalli. Gigi Proietti, Enrico Montesano, Carlo Buccirosso, Nancy Brilli e Rodolfo Laganà sono i protagonisti della “mandrakata”, cioè della truffa da loro stessi attuata per vincere un’ingente somma di denano. La mente è naturalmente “Mandrake” (Gigi Proietti), che, accortosi dell’incredibile somiglianza tra due cavalli, “Pokemon” e “Come va va”, il primo abituale perdente e il secondo plurivincente, pensa di scambiarli in modo da alzarne le quotazioni e ricavarne una grande vincita con una successiva, seconda sostituzione.
Truffa- Nella truffa coinvolge lo storico amico di giocate Micione (Rodolfo Laganà), il ragioniere partenopeo Antonio Faiella, truffato in prima persona da Mandrake mentre doveva consegnare una mazzetta ad un funzionario ministeriale a nome del suo capo, e l’aspirante attrice, ex fiamma di Mandrake, Aurelia (Nancy Brilli). Ma per attuare il piano serve del denaro e così si innesca una catena di truffe che parte dal finto mutuo richiesto da Faiella e Aurelia, che si spaccia per sua moglie. Ma i soldi così ottenuti vengono subito sottratti al gruppo da un creditore di Mandrake, il temibile “Cozzaro Nero“.
Epilogo– Di nuovo al verde, i cinque ne escogiteranno davvero di tutti i colori. A farne le spese anche “Manzotin“, figlio del macellaio che, 10 anni prima, aveva subito la stessa identica truffa. Ma al momento della corsa decisiva, il proprietario di uno dei cavalli coinvolti smaschera gli attori che, pur non essendo denunciati, si ritrovano al verde nel viaggio dall’ippodromo di Bologna verso Roma. Che questa esperienza gli abbia definitivamente tolto il vizio del gioco? Naturalmente no! A rivelarlo la scena conclusiva dove i protagonisti non riescono a dire di no nemmeno al vecchio gioco delle tre carte propostogli da un ambulante.
Giorgio Piccitto