L’arte orientale approda alla 54esima Biennale di Venezia

L’Oriente approda alla 54esima Biennale di Venezia con l’esposizione di cinque artisti cinesi protagonisti, ieri, dell’incontro che il critico e docente all’Accademia centrale dell’Arte di Pechino, Peng Feng, ha tenuto nel pomeriggio all’Accademia di Brera. Il senso della bellezza nell’estetica orientale, questo il tema centrale del convegno che nell’eterogeneità delle opere di Cai Zhisong, Liang Yuanwei, Pan Gongkai, Yang Maoyuan e Yuan Gong, diverse per stile, materiali e lavorazione, ha rintracciato il carattere comune a tutte le produzioni: la peculiare ricerca del “bello” cinese.
«La bellezza nell’estetica occidentale è definita di solito dalla luce – ha spiegato Peng -, mentre in Cina la bellezza viene messa in relazione con il sapore. Alla luce nella tradizione occidentale corrisponde la presenza del sapore in quella cinese. I cinque sapori, del resto, sono un aspetto dei cinque elementi che, nella filosofia cinese antica, spiegano l’origine di tutte le cose». Il profumo del tè, dei fiori di loto, delle erbe medicinali, dell’incenso e dell’alcol: questi i soggetti principali presenti nei lavori dei cinque artisti cinesi, per mostrare metaforicamente, secondo Peng, “la riconciliazione tra l’uguaglianza e la diversità”.

Tra i protagonisti dell’incontro, Pan Gongkai, una delle punte di diamante della delegazione chiamata a rappresentare la Cina all’Esposizione di Venezia.
Partendo dalla sua produzione, “Snow melting in lotus”, un’installazione composta da uno schermo di grandi dimensioni su cui appare un loto dipinto dall’artista a inchiostro e su cui viene proiettata della neve, Pan ha parlato dell’importanza della pittura con pennello ed inchiostro nella tradizione pittorica cinese, come condizione imprescindibile dell’espressività e della spiritualità.
«Da una parte, l’Occidente illumina la Cina attraverso le parole in inglese che brillano sullo schermo come fiocchi di neve – ha commentato il critico Peng all’opera di Pan -. Dall’altra, si dissolve anche continuamente in fiocchi di neve che si accumulano sulle foglie di loto sciogliendosi. Questo processo dinamico è molto simile al processo di introduzione della cultura occidentale in Cina. Dal punto di vista occidentale, si tratta di semplice esportazione, mentre da quello cinese di un processo di assorbimento, digestione e scioglimento, più che di semplice importazione. Da una punto di vista transculturale, vediamo invece diverse identità culturali che coesistono armoniosamente. Si tratta della realizzazione dell’ideale cinese antico dell’armonia nelle differenze. Ed è un modo efficace per la Cina di gestire il conflitto tra globalizzazione culturale e multiculturalismo».

Valentina De Simone