Il lungo vertice che si è svolto ieri ad Arcore tra la dirigenza del Pdl e quella della Lega non ha sortito gli effetti sperati. Non per il premier, che pensava di strappare al ministro Tremonti nuove concessioni sul piano fiscale, e non per Umberto Bossi, che è tornato a casa con un “bottino” assai modesto: due uffici operativi di ministeri da trasferire al Nord. Nel corso del delicato pranzo, a dettare la linea sembra sia stato il ministro dell’Economia, che – pressato sull’abbassamento delle tasse – ha rimarcato l’impossibilità di concedere qualcosa adesso, rimandando ogni eventuale decisione a settembre. E mentre il Carroccio si chiude in un preoccupante silenzio stampa, il Cavaliere si limita a dichiarare che l’asse con gli alleati regge e che il governo arriverà a fine legislatura.
Il malcontento diffuso – Il profetico Gianni Letta lo aveva detto “Questa sarà una giornata calda”. E di fatti il faccia a faccia tra i dirigenti del Pdl e quelli della Lega che si è svolto ieri nella villa del premier ad Arcore si è rivelato un appuntamento delicato e assai significativo. L’ennesima spia – se vogliamo – di un malcontento diffuso che, nella coalizione di centrodestra, dopo la “sberla” elettorale, investe tanto i pidiellini quanto i leghisti. Il piatto forte è stata la questione fiscale, con le richieste pressanti di Silvio Berlusconi di abbassare le tasse in modo da recuperare, presso una parte dell’elettorato, il terreno rovinosamente perso nell’ultimo periodo.
La doccia fredda sul fisco – Una richiesta a cui il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha risposto di no, rispolverando il mantra sulla necessità di tenere la barra dritta e su un assetto economico considerato ancora troppo instabile per avventurarsi in concessioni del genere. “Mi dispiace – avrebbe spiegato il responsabile dei conti pubblici – non ci possiamo permettere ora un taglio delle aliquote, non ci sono i margini”. Una vera e propria doccia fredda per il presidente del Consiglio. E anche per il Senatur, al quale le ultime elezioni amministrative hanno consegnato un messaggio altrettanto allarmante e che quindi, per una volta, si era unito alle richieste del premier al rigorosissimo Tremonti. Senza centrare l’obiettivo.
Le rassicurazioni di Alfano – Quello che la Lega è riuscita a ottenere è, invece, il trasferimento al Nord di due uffici “altamente operativi” dei ministeri di Bossi e Calderoli. Un “contentino” che sembra aver scontentato tutti: i padani che speravano di portare a case un risultato più pieno e l’ala intransigente del Pdl – capitanata dal sindaco romano, Gianni Alemanno – che sull’argomento aveva dimostrato assoluta chiusura. Il resto sta tutto nelle stentate dichiarazioni rilasciate ieri dal presidente del Consiglio ai giornalisti. “Il vertice è andato bene – ha detto Berlusconi – La legislatura arriverà al suo termine naturale”. Un po’ più eloquente si è dimostrato il neo segretario del Pdl, Angelino Alfano: “Si è ulteriormente rafforzata la volontà di arrivare a fine legislatura – ha rimarcato il Guardasigilli – Il rapporto tra Berlusconi e Bossi è solido, la maggioranza è in grado di dare stabilità e di portare avanti le riforme“.
Nessuna anticipazione sul mini rimpasto – E ancora: “E’ stato riconfermato l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2014 – ha spiegato Alfano incalzato sul nodo fiscale – secondo i tempi e i vincoli previsti dalla Ue”. E sul mini- rimpasto, di cui si sarebbe dovuto parlare nel corso dell’incontro: “Non si è assolutamente parlato né di vicepremier, né del futuro ministro della Giustizia – ha precisato il neo segretario – Se ne discuterà nei prossimi giorni”. Ma se Silvio Berlusconi ha deciso di affidare al suo “delfino” le dichiarazioni sul faccia a faccia appena conclusosi, nessuna considerazione ufficiale è giunta invece da via Bellerio, sede della Lega.
Il silenzio del Carroccio – Né il Senatur né gli altri dirigenti del Carroccio hanno voluto sbottonarsi sull’incontro presenziato a villa San Martino, instillando nei pidiellini meno sereni il sospetto che – nonostante le dichiarazioni confortanti del Guardasigilli – l’intesa con i padani sia ancora a rischio e che a decidere sulla reale stabilità dell’asse possano essere i risultati dei referendum e la verifica parlamentare sul governo che si svolgerà il prossimo 20 giugno.
Maria Saporito