Roma –Con 133 no e 129 sì l’Aula di Palazzo Madama ha bocciato l’emendamento del relatore da Malan che avrebbero di fatto sostituito il primo articolo del provvedimento che avrebbe dato più poteri in materia al presidente del Consiglio. La Finocchiaro: “Non vogliamo la volpe a guardia del pollaio“.
Maggiorana battuta – Nonostante l’ampia maggioranza che non ha mai preoccupato il premier, almeno al Senato, il governo è stato battuto su un emendamento al ddl anticorruzione presentato dal senatore Pdl Lucio Malan che modificava l’articolo 1 della legge.
I sì sono stati 129, i no 133 e gli astenuti 5. Subito dopo il sottosegretario Andrea Augello ha sottolineato che “essendo caduto l’emendamento Malan è di fatto caduto l’intero articolo 1 del provvedimento“.
L’articolo 1 riguarda il piano nazionale anticorruzione e l’istituzione presso la presidenza del Consiglio dei ministri del Comitato di coordinamento delle iniziative anticorruzione presieduto dal premier. Dopo la sospensione della seduta alla ripresa delle votazioni la maggioranza è andata ancora sotto su un emendamento della senatrice del Pdl Ada Spadoni Urbani, appoggiato dalla maggioranza.
Esulta l’opposizione – “Abbiamo battuto il governo e la maggioranza su un punto qualificante un emendamento che riorganizzava il punto essenziale di questa disciplina contro la corruzione proposta dall’esecutivo, che è anche il punto su cui c’era maggiore dissenso“, commenta la Finocchiaro. Sull’emendamento poi Finocchiaro spiega: “Mentre loro propongono che contro la corruzione provveda un comitato presso la presidenza del Consiglio dei ministri, presieduto dallo stesso presidente, noi vogliamo un’autorità indipendente. Insomma, per farlo capire a tutti, non vogliamo la volpe a guardia del pollaio“.
Matteo Oliviero