Il leader di Sel, Nichi Vendola, intervistato oggi da Il Corriere della Sera, ha fornito la sua ricetta per uscire dall’attuale impasse politica. Una soluzione che, nel campo della coalizione di centrosinistra, il governatore della Puglia ha individuato nella necessità di oltrepassare le antiche etichette per dare vita a un’alleanza mobile, capace di accogliere chiunque voglia fornire il suo generoso e disinteressato contributo. Un‘apertura innovativa, destinata a vincere gli antichi confini e a strizzare l’occhio anche agli schieramenti apparentemente meno vicini.
Le etichette da mettere in soffitta – “Lo dico con affetto ai leader del Pd: c’è qualcosa di stantio, c’è puzza di naftalina nell’uso disinvolto delle etichette ideologiche con cui reciprocamente ci chiamiamo: radicale, riformista, moderato. Rompiamo con il retaggio delle nostre biografie e mettiamoci tutti quanti in mare aperto, a guardare la scena nuova della politica perché c’è una scena nuova della società”. Con queste parole il leader di Sel, Nichi Vendola, interpellato oggi da Il Corriere della Sera, ha invitato gli alleati a voltare pagina per scrivere insieme un capitolo nuovo: quello del rilancio del Paese.
La sfida oltre il partito – “Io non ho ricette già pronte – ha continuato il governatore della Puglia – però dico con umiltà ai miei compagni, a quelli del Pd, e a tutti gli alleati: prendiamo il coraggio di affrontare l’inadeguatezza della forma partito e andiamo in campo aperto. E questo vale per tutti, a cominciare da Sel. Noi non dobbiamo recuperare lo spazio residuo che fu della sinistra radicale. Sarebbe come scrivere vecchi copioni. Il nostro compito invece – ha osservato Vendola – è quello di rimescolare le carte insieme a tanti altri e altre”.
Un cantiere aperto a molti – Un concetto che il numero uno di Sel ha ripreso poco più avanti: “Finalmente c’è un’altra idea della politica – ha detto – Nel cantiere dell’alternativa non distribuiamo le magliette con i colori delle squadre, ma apriamo piuttosto le porte anche a tanti altri che non vengono dai partiti e che portano competenze, esperienze di vita, ricchezza di cultura. E in quel cantiere, insieme agli altri – ha insistito il governatore – proviamo a farci le domande giuste e a darci le risposte giuste”. E ancora: “Oggi siamo tutti quanti chiamati a metterci in gioco – ha rimarcato Nichi Vendola – Non ho difficoltà a discutere le regole del gioco con tutti, però evitiamo di incartarci”.
Mano tesa ai centristi – E il suo giudizio sulle primarie? “Dovremmo concepirle come il catalizzatore di una formidabile mobilitazione delle idee – ha spiegato il presidente della Regione Puglia – sapendo che chi le vince ha come compito primario quello dell’allargamento della coalizione”. Un allargamento che non sembra porre veti al gruppo dei centristi: “Io nella mia modesta esperienza – ha riferito Vendola – ho governato facendo dell’ascolto dei centristi un mio dover essere quotidiano e oggi ho un rapporto molto buono con l‘Udc nel Consiglio regionale della Puglia. Faccio un altro esempio: Pisapia che chiede a Tabacci di entrare in giunta. Mi pare emblematico del fatto che se si libera il campo da argomenti speciosi e pregiudiziali – ha concluso il leader di Sel – possiamo tutti impegnarci per lo stesso obiettivo”.
Maria Saporito