Bersani su referendum: Andiamo tutti a votare domenica mattina

Meno spavaldo rispetto a qualche giorno fa (“Al referendum – aveva detto – si vince facile”), il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, è tornato oggi a sottolineare l’importanza di partecipare al referendum. “Io vado a votare alle dieci di domenica mattina – ha annunciato in un’intervista a L’Unità – fatelo anche voi”. Dopo aver rimarcato le sue ragioni sui 4 quesiti referendari, il leader dei democratici si è quindi intrattenuto sul nodo delle alleanze, prospettando una nuova soluzione di governo (più ampia e articolata), capace di risolvere i problemi reali del Paese.

Il voto di domenica – “Io vado a votare alle 10,00 di domenica mattina, fatelo tutti. È molto importante incoraggiare ad andare a votare, noi dobbiamo dare un segno immediato di fiducia nella partecipazione“. Così il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, in un’intervista a L’Unità, ha ribadito oggi  l’importanza di non mancare l’appuntamento elettorale di domenica e lunedì prossimi, appellandosi all’attivismo civico degli italiani. “L’obiettivo può essere raggiunto – ha continuato Bersani – innanzitutto per il merito dei quesiti. Si toccano temi su cui c’è una straordinaria sensibilità. A partire dalla questione nucleare“.

Liberalizzare non è privatizzare – E a chi gli ha fatto notare che sui quesiti che riguardano la privatizzazione dei servizi idrici, ha dimostrato scarsa coerenza con quanto sostenuto fino a poco tempo fa: “Questa gente confonde il concetto di privatizzazione con quello di liberalizzazione – ha risposto Bersani – La norma Ronchi obbliga la privatizzazione. Costringe a vendere, quindi a svendere perché quando si è costretti il prezzo lo fa chi compra. Tutte le pratiche di liberalizzazione che ho fatto io, dall’energia alle ferrovie – ha precisato l’ex ministro – non hanno mai previsto l’obbligo di privatizzare. A me le gare vanno benissimo, non vedo cosa c’entri questo con l’obbligo di privatizzare”.

No alle scorciatoie – Quanto al legittimo impedimento: “Per la prima volta – ha notato il segretario dei democratici – gli italiani hanno la possibilità di affermare che la legge è uguale per tutti. Le norme in vigore già prevedono di ovviare a problemi di impedimento reale ad andare in un tribunale, non c’è nessuna ragione per inventarsi scorciatoie per chicchessia”. E abbandonando per un attimo i temi del referendum, Pier Luigi Bersani ha fornito il suo commento alla proposta avanzata da Nichi Vendola relativa alla creazione di un nuovo soggetto politico, in grado di scavalcare le antiche etichette ideologiche.

Cantieri aperti a sinistra – “Il tema di superare la forma partito – ha affermato il democratico – era di molti anni fa. Il tema di oggi è qual’è la nuova forma partito. Ricordo che io un anno fa ho proposto un nuovo Ulivo. Chiamiamolo anche in modo diverso, ma dobbiamo lavorare a un avvicinamento tra le forze di centrosinistra che intendono impegnarsi in una nuova prospettiva di governo, e fare in modo che questo rapporto venga percepito come una soggettività. Ma questo non può essere disgiunto dai problemi – ha continuato Bersani – quindi dobbiamo rassicurarci che quando parliamo di riforma del fisco, lavoro, precarietà, democrazia, politica estera, stiamo dicendo cose esigibili da chi ci deve votare. Ogni possibile riapertura di cantieri può partire solo da questo – ha concluso il numero uno del Pd – da una credibile e positiva esperienza di governo. Altrimenti, facciamo del politicismo. E il Paese non lo capirebbe”.

Maria Saporito