Calcioscommesse, parla Grasso: “Mercato del gioco nuova frontiera della Mafia”

Calcioscommesse. Dopo gli interventi della Figc e delle altre istituzioni nazionali, che hanno mostrato il proprio disappunto e sdegno per tutto ciò che è stato portato alla luce dall’inchiesta Last Bet, è toccato ad un altro illustre esponente esprimere il proprio parere su quanto sta succedendo in Italia. Il Procuratore nazionale dell’Antimafia Piero Grasso ha infatti lanciato a L’Espresso un preoccupante allarme sul mercato del gioco in Italia, che vedrebbe in mezzo la criminalità organizzata del nostro paese. Sempre su L’Espresso il Procuratore Piero Grasso ha lanciato alcune proposte, che secondo lui potrebbero presto portare all’eliminazione di questo imbarazzante fenomeno.

“Scommesse nuovo obiettivo delle Mafie” – Intervistato dal settimanale L’Espresso, il Procuratore Piero Grasso ha lanciato un preoccupante allarme sul mondo delle scommesse in Italia, e sui match che spesso vengono truccati nei nostri confini nazionali. “Le inchieste condotte in molte procure distrettuali Antimafia ci consentono di affermare che la criminalità organizzata sta acquisendo quote sostanziose del mercato del gioco, i cui introiti, anche quelli legali, sono in crescita. Questa sta diventando la nuova frontiera delle mafie“. Con queste parole il Procuratore nazionale dell’Antimafia ha descritto questo preoccupante e pericoloso fenomeno, che sta sempre più prendendo corpo nel nostro paese.

“Servirebbe pool d’esperti” – Grasso ha dichiarato poi a L’Espresso che le Mafie entrano spesso all’interno degli organigrammi di alcune squadre, soprattutto delle serie minori, per riciclare i propri proventi, ed ha inoltre descritto un metodo per bloccare il loro ingresso nel mercato del gioco italiano. “Se le scommesse venissero analizzate da un esperto– osserva –Si potrebbero scoprire subito le anomalie, per far partire le indagini e bloccare le puntate. Introdurre un osservatorio centrale che analizzi i flussi di scommesse, potrebbe poi far scattare le indagini della procura federale prima e della magistratura, se si dovessero realizzare ipotesi di reato“.

Simone Lo Iacono