Il giallo di Ripe di Civitella, dove il 20 aprile scorso venne ritrovato il cadavere diMelania Rea, ventinovenne sposa del caporalmaggiore del 235° Reggimento PicenoSalvatore Parolisi, si arricchisce di un altro elemento, un luogo della perdizione, un bed and breakfast diventato l’alcova per i tradimenti del marito della vittima. Relazioni extraconiugali che potrebbero c’entrare in qualche modo con il movente dell’omicidio.
La notizia è stata data ieri sera nel corso della puntata settimanale del programma televisivo Chi l’ha visto?, in onda su Rai3 e condotto da Federica Sciarelli. A poco più di dieci chilometri da Ascoli, esiste una struttura che sarebbe stata frequentata diverse volte da Salvatore Parolisi che la utilizzava per appartarsi, lontano da occhi indiscreti, con le proprie amanti: non solo Ludovica Perrone, l’ex allieva che ha ammesso davanti agli inquirenti di aver avuto una relazione con il proprio istruttore per due anni, ma anche altre donne, probabilmente tutte vicine alla caserma ‘Clementi’ dove l’uomo lavora.
La conferma del proprietario – A dare rilevanza a quella che non è più un’indiscrezione è stato lo stesso gestore della struttura che ha dichiarato: “Parolisi è già venuto qui un paio di volte, lo abbiamo dichiarato ai carabinieri io e mio cognato”. Riguardo alle signore con cui arrivava il caporalmaggiore, l’uomo ha dichiarato: “Ludovica Perrone l’ho vista una volta, ma è venuto anche con altre soldatesse che non conosco. Si fermava una giornata, una notte”. A quanto pare, diverse persone che vivono nelle vicinanze descrivono il posto come un vero e proprio bordello, facendo riferimento agli incontri clandestini che vi avevano luogo.
La notizia dell’esistenza di questo bed and breakfast concentra ancor di più l’attenzione sulla figura del marito di Melania che, pur rimanendo non indagato, è ritenuto colui su cui gravano i maggiori sospetti. Capire se a frequentare le stanze della struttura turistica siano stati anche altri elementi della caserma, potrebbe dare un contributo fondamentale per fare luce sui rapporti che vigevano all’interno dell’area militare: secondo alcune voci, infatti, tra istruttori uomini e reclute donne, esistevano rapporti che travalicavano di gran lunga quelli lavorativi, particolari di cui la vittima potrebbe essere venuta a conoscenza.
S. O.