Referendum, teatro greco Siracusa: sequestrata bandiera, pubblico insorge (VIDEO)

A pochi giorni dal voto per i referendum che si terranno tra domenica e lunedì, sale l’attesa per sapere se dopo sedici anni si riuscirà a superare il quorum che permetterebbe di dare valore legislativo alla volontà di milioni di italiani. Presentarsi alle urne è una questione di coscienza civica, lo si ripete spesso, ma lo diventa ancor di più quando si parla di quesiti referendari e purtroppo, anche in quest’occasione, c’è da registrare il cattivo esempio fornito da alcuni protagonisti della scena politica italiana che hanno già dichiarato – probabilmente con il desiderio di fare proseliti – la loro assenza dalle urne: parliamo del ministro delle Riforme per il fedarilismo Umberto Bossi e del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Quest’ultima, oggi, ha motivato la sua decisione dicendo che i quesiti trattano di “questioni inutili”: evidentemente per il Ministro, temi come l’acqua, l’energia nucleare e il legittimo impedimento sono cose di poco conto.

Censura a Siracusa – Mentre dagli ambienti del centrodestra si rema a favore dell’astensionismo e i telegiornali della Rai incorrono in strani errori di informazione, sbagliando a comunicare le corrette date in cui si svolgerà il voto, c’è chi nel proprio piccolo tenta di esprimere il proprio pensiero civilmente. Ma nell’Italia di oggi, dove nei cortei neofascisti o nelle curve di alcuni stadi le croci celtiche passano inosservate, e impunite, sembra non esserci spazio – o almeno così qualcuno vorrebbe – per la bandiera di chi ritiene che l’acqua debba rimanere un bene pubblico fuori dagli interessi e dalle speculazioni dei privati.
Al Teatro Greco di Siracusa, ieri, poco prima dell’inizio della rappresentazione dell’Andromaca di Euripide, la polizia ha sequestrato a uno spettatore, tra lo stupore generale, il vessillo del Movimento per l’acqua. Ma la sorpresa è durata pochi istanti, dopo i quali dalle gradinate si è alzato prima un coro contro i censori al grido di ‘vergogna‘ e poi un invito a votare sì ai referendum.
Potranno togliere le bandiere, taroccare i servizi giornalistici, ma la sensazione è che le voci, quelle non potranno essere zittite.

Simone Olivelli