Cosa suonare con il logo di Google? – Ormai è il secondo giorno che Google mantiene lo stesso logo. Il motivo è chiaro: esiste qualcuno che tra ieri e oggi non abbia perso almeno dieci minuti a strimpellare le corde che compongono la scritta Google? Probabilmente no, basta dare un’occhiata ai social network per accorgersi dei tanti gruppi che sono nati in onore di questa geniale trovata del colosso di Mountain View. Come i più accorti di voi avranno letto, il logo è dedicato al 96° compleanno del compianto Lester William Polfuss, chitarrista e inventore, meglio noto come Les Paul. Proprio come la chitarra della Gibson da lui sviluppata, che gli ha dato fama imperitura. Quella stessa chitarra, per capirci, che nel tempo è stata suonata da mostri sacri come Jimmy Page dei Led Zeppelin, Slash dei Guns’n’Roses e Bob Marley. Insomma, più che una semplice sei corde: un segno indelebile nella storia del rock.
Ma cosa rappresentano esattamente tutte quelle corde? I molti utenti non musicisti si saranno posti almeno una volta la fatidica domanda: cosa sto suonando? Semplice: si tratta di tre accordi. Il gruppo di due corde in alto è composto da un Do e un Mi, che suonati insieme compongono un intervallo di terza di Do maggiore. Le quattro corde in basso compongono invece l’accordo completo di Sol maggiore. Le quattro sulla destra, infine, danno vita a un accordo di Re maggiore. In sostanza, quindi, potrete suonare gli accordi Sol, Re e Do, tipici di molta musica folk e country: non avrete troppa difficoltà – a parte le plettrate, che sono un po’ difficili – a suonare Knockin’ on heaven’s door di Bob Dylan (un po’ riarmonizzata, ma va bene lo stesso), oppure Ring of fire di Johnny Cash, insieme a tante canzoni di musica leggera italiana.
Un altra curiosità. Il tasto in basso ieri rappresentava una tastiera: se cliccato permetteva di suonare con la tastiera del proprio computer tutte le corde. Se premuti in sequenza i tasti dalla Q alla I (o dalla A alla K, o dalla Z alla ,) si otteneva come risultato l’intera scala di Sol Maggiore. Oggi, invece, il tasto è diventato un semplice Rec, con cui registrare e riascoltare le proprie imprese chitarristiche. Tutte virtuali, ovviamente.
Roberto Del Bove