Proprio all’indomani della notizia della maxi operazione Minotauro, portata a termine da carabinieri, polizia, guardia di finanza e Dia di Torino, che ha assestato un duro colpo alle attività della ‘ndrangheta in Piemonte – sono state arrestate quasi centocinquanta persone – mettendo in luce anche i torbidi rapporti tra uomini vicini a vario titolo alla malavita e personaggi del mondo della politica, un’altra operazione, denominata ‘Tsunami’, ha portato in Calabria all’arresto di dodici persone appartenenti alla cosca degli Abbruzzese.
Tra gli obiettivi principali, nonché a breve termine, vi era quello di uccidere con un attentato il magistrato Vincenzo Luberto che da anni si occupa di inchieste antimafia. Per il procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, i malavitosi sarebbero entrati in azione tra non molto.
In attesa dell’arma – Mancava davvero poco alla cosca Abbruzzese per mettere in atto l’attentato che avrebbe dovuto togliere di mezzo Vincenzo Luberto, pm di Catanzaro ritenuto molto scomodo dalla ‘ndrangheta: l’impegno del magistrato contro la criminalità organizzata negli ultimi dieci anni ha portato a diverse pesanti condanne e ciò non era più sostenibile al punto che si era optato per l’attentato.
Fortunatamente le indagini degli inquirenti e l’impegno dei carabinieri del Comando provinciale di Cosenza e della Polizia di Stato hanno permesso di fermare, tramite arresto preventivo, dodici persone: per tutti le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione aggravati di armi da sparo comuni e da guerra.
A commentare l’operazione, il procuratore aggiunto di Catanzaro Giuseppe Borrelli che, all’Adnkronos, ha dichiarato: “Si tratta di una deliberazione omicidiaria già assunta. Stavano aspettando il momento giusto per realizzarla. E’ stata verificata l’esistenza dell’intenzione di attentare alla vita del magistrato, che ci ha costretto ad accelerare i tempi per evitare che questo proposito potesse essere portato a termine”.
S. O.