Monica Bellucci: se non c’è sostanza, la bellezza non dura

Monica Bellucci- Alle telecamere di Premium Cinema, nell’ambito della 57esima edizione del Taormina Film Fest, la Bellucci dichiara:”Come diceva Oscar Wilde, la bellezza è un’arma a doppio taglio. Può durare molto poco, anche soli 5 minuti se non c’è sostanza”. Una frase che, considerando che è una delle icone della bellezza italiana a parlare, sembra quasi buttata lì per gioco, quasi a beffare il tempo che passa e che sembra non sfiorare nemmeno lontanamente il fascino della diva. Lei, che della bellezza ha fatto il suoo biglietto da visita primario, che ha sempre dato l’impressione della diva irragiungibile e altezzosa, si oppone a questa visione di sé e scende dal piedistallo.

Bellezza fuori dalla righe- L’attrice umbra, da sempre icona di eleganza e sensualità, ha in effetti sempre ostentato canoni estetici non sempre conformi a quelli della moda, che impongono la corsa alla “linea perfetta”. Lei stessa dice: “Ho avuto da poco un figlio, non sono una che riesce a rimettersi subito in forma, ma non mi interessa. Mi sono goduta appieno la maternita’, l’allattamento e la felicita’ di essere di nuovo madre”. Con umiltà risponde poi alle domande sulla sua vita da grande star del cinema: “Non mi sento una star. Anna Magnani, Sophia Loren, Monica Vitti, Claudia Cardinale: sono loro le grandi attrici che hanno fatto la storia del cinema italiano”.

Diritti delle donne– Il lato negativo della bellezza è che questa, purtroppo, spesso tende a mettere in secondo piano le altre qualità di una donna. Le donne nonostantte i numerosi passi in avanti degli ultimi tempi, non godono ancora di piena parità. “Dobbiamo ancora lottare molto per affermarci, per avere equità– dice la Bellucci-; se dici che sei incinta, ti guardano come se avessi commesso un crimine. E’ un problema di rapporti di potere tra uomini e donne. Penso ancora a tanti posti in Sicilia dove molte donne si vestono ancora di nero e si coprono dalla testa ai piedi. In molte città dell’Italia ancora c’è il mito della verginità”.

Maria Serena Ranieri